I contratti di lavoro a termine verranno prorogati, Confcommercio:«Inaccettabile»

«Inaccettabile la proroga obbligatoria dei contratti a termine. Solo nel commercio, nella Città Metropolitana di Bologna, sono oltre mille».

Tutti i contratti di lavoro a termine saranno prorogati per una durata pari al periodo di sospensione dell’attività lavorativa, in conseguenza dell’emergenza Covid-19. Un provvedimento alla legge di conversione del decreto Rilancio che non è piaciuto alla Confederazione delle imprese Confocommercio di Bologna che vede questa decisione come «un altro fardello sulle aziende che, a fatica, stanno provando a resistere al disastro causato dall’emergenza sanitaria». La proroga dei contratti a termine, solo a Bologna più di mille contratti, comporterebbe, secondo Confcommercio che i datori di lavoro che avevano sottoscritto un contratto a termine, senza ovviamente prevedere quanto sarebbe accaduto successivamente, si trovano obbligati a prorogare il termine originario anche se le motivazioni all’origine dell’assunzione non sussistono più. 

Inoltre, il permanere della necessità di ridurre o sospendere i rapporti di lavoro a causa della crisi, utilizzando gli ammortizzatori sociali, comporta che di fatto la proroga dei contratti a termine diventi permanente. 

Si pensi ad esempio a un contratto a termine sottoscritto per sostituire un lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto: nel caso il sostituito debba riprendere servizio viene a mancare completamente la ragione dell’assunzione a termine. Oppure il caso di assunzioni a termine per rispondere a previste intensificazioni nel settore turistico legate alla bella stagione, completamente disattese a causa del crollo del turismo nelle città d’arte. «Il provvedimento, emanato da un legislatore che, evidentemente non conosce le realtà aziendali ma si preoccupa esclusivamente di utilizzare le imprese come “ammortizzatore privato”, comporta oneri straordinari, inattesi e incompatibili se legati a una prestazione lavorativa non più necessaria. «Chiediamo che questa norma assurda e iniqua venga immediatamente abrogata o modificata sostanzialmente», dicono dalla Confcommercio di Bologna. 

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