Fobie da Coronavirus, a Bologna medico cacciato di casa solo perché lavora in ospedale  

«Non puoi più essere un nostro coinquilino». È quello che si è sentito dire Andrea (nome di fantasia), un medico in formazione specialistica in Neurologia all’ospedale Maggiore di Bologna dai suoi coinquilini che lo hanno invitato a cambiare casa per la paura di essere contagiati dal Coronavirus. Andrea (che preferisce non rivelare la sua identità) non è infetto, semplicemente lavora in ospedale a Bologna. E il suo lavoro preoccupa chi vive con lui tanto da non volerlo più in casa. «Capisco le preoccupazioni personali di ognuno, ma se chi lavora in ambito sanitario deve rimanere per strada a causa della fobia (legittima) dell’infezione da Cov-19, vogliamo affrontare l’emergenza con ospedali pieni di gente che non sa dove andare ad abitare?», si chiede il medico in un gruppo Facebook per la richiesta di case in affitto.

Sì, perché Andrea adesso sta cercando una nuova casa e nuovi coinquilini con cui condividere la sua vita al di là del suo lavoro. «Sto cercando urgentemente un monolocale o stanze singole con bagno ad uso personale, oppure ancora una stanza semplice con persone che magari lavorano in ambito sanitario e che non mi farebbero questo tipo di problemi», ha scritto su Facebook Andrea. Sotto al suo post non mancano i commenti di solidarietà. «Grazie per il suo lavoro (io che sono moglie di un medico ospedaliero …dovrei buttarlo fuori di casa?)», gli scrive Elena. «Quando voi o i vostri familiari avete bisogno è ai medici che vi affidate. In questo momento dobbiamo solo rimanere uniti e anzi mostrare il massimo rispetto per chi sta in prima linea e rischia più di tutti», scrive invece Giulia. 

 

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