Emergenza abitativa, studenti occupano un edificio delle suore (vuoto in vendita)

Si tratta di un immobile che la congregazione delle suore Mantellate ha deciso di vendere sfrattando lavoratori e bambini e lasciando centinaia di persone senza casa e lavoro. 

Gli attivisti e le attiviste del collettivo Luna (Laboratorio universitario di autogestione) hanno occupato questa mattina l’istituto Santa Giuliana, in via Mazzini 90, un grande stabile vuoto e in vendita nella città di Bologna, di proprietà della Chiesa, per la precisione della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria (ne parlammo qui lo scorso giugno). Si tratta di un immobile che la congregazione delle suore Mantellate ha deciso di vendere lasciando centinaia di persone senza casa e lavoro. 

Il motivo dell’occupazione degli studenti e delle studentesse del Collettivo Luna riguarda l’emergenza abitativa a Bologna. Non si trovano case o stanze e, se ci sono, hanno prezzi salatissimi. Si arriva a 600 euro per una singola e 400 per un posto in doppia. «Lo facciamo per aprire uno spazio per chi cerca casa, per chi è costretto a stare su divani, chi in AirBnb, chi per strada. Lo facciamo forti delle esperienze che abbiamo avuto negli ultimi 365 giorni, nelle quali abbiamo sperimentato forme di abitare collaborativo, abbiamo restituito spazi alla città, abbiamo auto-recuperato stabili abbandonati, abbiamo lottato con tante persone e dialogato anche con chi è diverso da noi», si legge in un comunicato stampa del collettivo. 

È evidente che a Bologna ci sia uno scontro aperto tra chi produce il tessuto sociale ed economico urbano e chi possiede case su case per affittarle su AirBnb, chi investe in studentati privati forti della connivenza con il governo, chi approfitta della disperazione di tanti per lucrare su un diritto fondamentale. «È inaccettabile vedere grandi spazi vuoti, pronti ad essere venduti al miglior offerente invece che essere adibiti a case degne per tutti», incalzano gli occupanti. 

Non piace nemmeno la volontà della proprietà dell’istituto Santa Giuliana che ha lasciato vuoto un immobile con 50 camere vuote, una scuola chiusa, insegnanti e alunni ricollocati. Non piace che un istituto religioso «faccia cassa perché il mantenimento dello stabile non era più sostenibile», dicono da Luna.  

«Per noi questa occupazione è un’importante sfida politica alla città: uno spazio in vendita è facile preda di chi ha grandi capitali da investire nel mercato immobiliare, ma sappiamo benissimo che l’iniziativa privata spesso lede l’interesse pubblico. Nel caso della dismissione di questo stabile, ha già leso l’interesse di 60 studentesse, 24 insegnanti e dipendenti, quasi 80 bambini che studiavano alla scuola materna ed elementare. L’occupazione si inserisce nel solco tracciato da chi ha lottato per mesi e mesi per impedirne la chiusura, portando avanti una battaglia con fatica, facendo scioperi, presidi e sit-in», si legge nel comunicato. 

L’occupazione, insomma, prende un doppio valore: solidarietà per chi è stato sfrattato e ha perso il lavoro per la decisione della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria e per «dare una soluzione (abitativa) a chi altrimenti dovrebbe rinunciare a percorsi di vita». 

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