Qualità dell’aria a Bologna, in estate ozono oltre i limiti 

Non è stata una bella aria quella che abbiamo respirato quest’estate. A dirlo è l’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) Emilia Romagna, che ha pubblicato pochi giorni fa la sintesi dei dati sulla concentrazione di alcuni inquinanti pericolosi per la salute umana come l’ozono. I dati restituiti tra aprile e settembre 2019 dalle centraline di rilevazione presenti in città confermano purtroppo la presenza di “condizioni critiche” per quanto riguarda l’ozono. L’andamento, riporta l’Arpa, è stazionario da circa un decennio, segue le fluttuazioni dovute alla variabilità delle stagioni, ma le concentrazioni rilevate continuano ad essere oltre i limiti imposti dalla legge. Non solo a Bologna ma anche nel resto della regione. 

Gli inquinanti dell’aria si misurano in microgrammi per metro cubo (μg/m3). I valori di allerta fissati dalle normative italiane per l’ozono troposferico sono tre, 120μg/mè il “valore obiettivo” per la protezione della salute umana, un limite di prevenzione. Vuol dire che per respirare “bene” si dovrebbero inalare valori solo al di sotto di tale numero. A 180μg/m3 si ha poi la cosiddetta “soglia di informazione”, un valore che può portare danni alla salute di soggetti sensibili, a 240μg/m3 è fissata invece la soglia di allarme massima. 

Le due centraline di rilevamento situate in città, una in via Chiarini e l’altra ai Giardini Margherita, hanno registrato, nel periodo estivo, una sessantina di sforamenti (60 la prima e 59 la seconda) della soglia obiettivo. La seconda soglia (180μg/m3), più pericolosa, è stata superata 25 volte in via Chiarini e 18 volte ai Giardini. Fortunatamente la soglia di allarme non è stata mai raggiunta, ma è una magra consolazione. I superamenti della soglia obiettivo hanno interessato praticamente tutta la regione, in linea con gli anni precedenti. 

Gli inquinanti nell’aria non viaggiano mai da soli, oltre all’ozono ci sono anche le polveri sottili (PM10 e PM2,5), non meno nocive ma più pericolose durante l’inverno. La formazione di ozono a livelli preoccupanti, invece, è favorita proprio dalle temperature estive molto elevate.  L’ozono fa parte dell’atmosfera, negli strati alti (stratosfera) è di origine naturale e ci protegge dai raggi del sole. Negli strati bassi (troposfera), invece, è originato da fenomeni d’inquinamento e provoca problemi all’apparato respiratorio. Si crea quando i gas delle automobili o delle attività industriali reagiscono con la luce del sole. Sono più a rischio i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e chi lavora all’aperto e a poco servono, purtroppo, le limitazioni del traffico.  

La pianura padana, per conformazione naturale e sviluppo industriale, è uno dei luoghi in cui si respira tra la peggiore aria d’Europa, solo interventi strutturali e di lungo periodo su tutte le fonti emissive possono restituirci respiri migliori. 

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