Città metropolitana di Bologna, quel concorso pubblico vinto dal «fedelissimo» del sindaco Merola

La traccia dell’esame scritto del concorso per giornalisti indetto dalla Città metropolitana di Bologna chiedeva di proporre «una campagna di comunicazione illustrando almeno 4 voci tra le principali azioni attuate in questi 5 anni» passati. Tra i candidati c’era proprio il già capo ufficio stampa della Città metropolitana di Bologna, che ha vinto il concorso.

Ha vinto chi già ci lavora dentro. L’unico posto disponibile di un concorso pubblico rivolto ai giornalisti per ottenere un lavoro a tempo indeterminato come Specialista dei Servizi di Comunicazione (Ufficio stampa e altro) della Città metropolitana di Bologna è stato aggiudicato al già capo Ufficio stampa, Davide Bergamini, dello stesso ente di cui sindaco Virginio Merola. A dare il voto più alto, sia alla prova scritta, sia alla prova orale, al candidato che è già a capo di quell’ufficio è stata una commissione giudicatrice presieduta da Fabrizio Boccoladirigente del Settore Servizi di Comunicazione della Città metropolitana di Bologna (proprio il dirigente dell’Ufficio guidato da Bergamini). In commissione, in qualità di “esperta” c’era anche Veronica Brizzi, giornalista che lavora per la testata giornalistica della Città metropolitana di Bologna di cui direttore responsabile è proprio il vincitore del concorso. Come terzo commissario esterno c’era il giornalista Fulvio De NigrisIn pratica, a giudicare il candidato che ha vinto c’erano il suo dirigente e una sua redattrice. Quest’ultima già lavorava nell’ufficio stampa della ex Provincia di Bologna (così come lo stesso Bergamini) ed è stata anche ex consigliera comunale di San Lazzaro di Savena nelle file del Partito democratico. Ma la presenza in commissione di Boccola e Brizzi è del tutto regolare. Non ci sarebbe alcun conflitto di interessi.

foto: screen shot del sito Città metropolitana di Bologna in data 24/07/2021

«Nelle procedure concorsuali non dà luogo a conflitto la frequentazione lavorativa che si sostanzia nel rapporto dirigente – dipendente, maestro – allievo, essendo necessario un rapporto più saldo al di fuori del contesto lavorativo. Più che di conflitto di interesse si potrebbe parlare di ragioni di opportunità che tuttavia non possono inficiare la legittimità delle nomine», spiega un legale da noi contattato per capire la faccenda. Tuttavia, queste ragioni di opportunità possono apparire strane ai malpensanti, ma a qualcuno dei candidati, tra cui il direttore responsabile della Gazzetta di Bologna che ha partecipato al concorso – e quindi fonte diretta della notizia, è sembrata molto strana la traccia della prova scritta di questo concorso pubblico.  Si chiedeva di redigere una «campagna di comunicazione individuando ed illustrando almeno 4 voci tra le principali azioni attuate in questi 5 anni». In parole povere, la traccia non chiedeva di scrivere un qualcosa ex novo ma chiedeva di «descrivere: strategia, target, strumenti, azioni, costi presunti e percorso amministrativo, i soggetti interni ed esterni all’ente coinvolti» di azioni passate e già svolte dalla Città metropolitana di Bologna. 

Alla prova scritta il candidato vincitore, che, ricordiamo, è già capo ufficio stampa, ha ottenuto il punteggio di 27/30, passando quindi alla prova orale tenutasi lo scorso 15 luglio. All’orale Bergamini ha ottenuto 28/30, il voto più alto. Totale 55. Al secondo posto del concorso è arrivata Erika Gardumi, il cui nome lo si trova sul sito della Città metropolitana di Bologna come referente territoriale della Destinazione turistica Bologna metropolitana. Dietro di loro tutti gli altri candidati che non lavorano già per la Città metropolitana.

Cosa chiedeva il bando per la prova scritta?

Sul bando del concorso si legge (è pubblico sul sito della Città Metropolitana di Bologna) che «la prova scritta è volta a verificare la capacità dei candidati ad affrontare temi tipici del profilo messo a concorso», cioè, come si legge sempre sul bando, «attività di ufficio stampa (redazione di comunicati stampa, organizzazione di conferenze stampa, relazioni dirette con i media); collabora alla produzione di contenuti per il web (gestione del portale istituzionale e di circa 50 siti tematici) ed alla gestione dei canali social dell’Ente; collabora alla produzione video per il web, social e convegni; partecipa alla redazione di “Bologna metropolitana” (testata giornalistica ospitata nei periodici di Comuni ed Unioni del territorio metropolitano), partecipa alla progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione e di prodotti grafici per il web e per la stampa».  

Nessuna di queste attività elencate è rientrata nella traccia della prova scritta. L’unico punto che si avvicina è quel «partecipa alla progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione». Partecipa, non realizza. Ricordiamo che la traccia della prova scritta non solo chiedeva di redigere una campagna di comunicazione (cosa che da bando non compete in pieno alla posizione lavorativa in oggetto), ma addirittura di «illustrare almeno 4 voci tra le principali azioni della Città metropolitana di Bologna attuate in questi 5 anni» passati.

Chi è Bergamini, il vincitore del bando

Circa 5 anni fa proprio Bergamini fu definito in un articolo del Resto del Carlino, quando venne scelto come capo ufficio stampa della Città metropolitana, un «fedelissimo» dell’attuale sindaco, Virginio Merola, il quale lascerà a breve il suo incarico. La nomina di Bergamini a capo ufficio stampa nel 2016 provocò la rabbia di alcune organizzazioni sindacali per lo stanziamento milionario (più di un milione di euro) per concedergli la poltrona, insieme ad altri 2 «fedelissimi» di Merola. «Facciamo fatica a comprendere come mai anche per quanto riguarda lo staff del sindaco non si sia potuto ragionare sulla base di convenzioni considerato che la Città metropolitana si sta caratterizzando sempre di più per processi di co-decisione», dissero allora i sindacati Cgil e Uil al Resto del Carlino. 

Davide Bergamini era a capo ufficio stampa della Provincia di Bologna. «Per lui un accessorio di 23mila euro», si legge in un articolo del Carlino del 2016. Oggi, il «fedelissimo» di Merola completa la sua scalata: Bergamini passa, tramite questo concorso pubblico, da “capo ufficio stampa” a tempo determinato a “Specialista in servizi di comunicazione” della Città metropolitana di Bologna a tempo indeterminato, proprio poco prima che Virginio Merola termini il suo incarico da sindaco.

 

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