«Scommettiamo che fa male?», 5 incontri contro la dipendenza del gioco d’azzardo

Parte oggi, fino al 3 dicembre, il percorso formativo promosso dal Comune di Bologna «Scommettiamo che fa male?», composto da 5 incontri streaming.

«Scommettiamo che fa male?»: è il nome del percorso formativo contro la dipendenza dal gioco d’azzardo che si terrà a Bologna da oggi, 27 novembre, fino al 3 dicembre, per un totale di 5 incontri. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto «L’azzardo non è un gioco», voluto dall’Osservatorio permanente per la legalità del Comune di Bologna in collaborazione con AUSL e l’associazione Avviso Pubblico – una rete di enti locali e regioni che operano per la formazione civile contro le mafie, dato che uno dei problemi connessi al gioco d’azzardo è il fatto che possa facilmente diventare terreno di infiltrazioni della criminalità organizzata. 

Il percorso consiste in cinque incontri di formazione con educatori, giornalisti, responsabili dei servizi di cura e prevenzione, che metteranno a disposizione dati e riflessioni sull’impatto del gioco d’azzardo nel territorio bolognese, con una particolare attenzione alle azioni da realizzare per prevenire forme di ludopatia. Tutti gli incontri si terranno in streaming, dalle 17 alle 19, sulla pagina Facebook di Avviso Pubblico e sul canale YouTube dedicato e sono così articolati: venerdì 27 novembre si parlerà della diffusione del gioco d’azzardo; lunedì 30 se ne approfondiranno gli aspetti normativi; martedì 1 dicembre il tema sarà quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata; mercoledì 2 verranno analizzati gli aspetti patologici connessi al gioco d’azzardo e la conclusione di giovedì 3 sarà infine dedicata alle attività di prevenzione e sensibilizzazione. 

Negli ultimi anni sono state tante le azioni messe in campo dal Comune di Bologna per contrastare il gioco d’azzardo patologico, prima fra tutte l’approvazione del «Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito», che vieta la presenza di sale gioco o l’installazione di nuovi apparecchi in locali vicini luoghi sensibili come le scuole, i centri di aggregazione giovanile e gli impianti sportivi. Nel capoluogo emiliano è inoltre in vigore, dal 2018, l’ordinanza del sindaco Virginio Merola, con cui si riducono gli orari di funzionamento degli apparecchi da gioco con vincita in denaro. Ancora, sono stati realizzati video spot per valorizzare le esperienze positive del territorio con testimonianze e momenti di confronto tra cittadini e commercianti “slot free”, e sono stati promossi progetti di sensibilizzazione, come nel caso di «L’azzardo non è un gioco». A ciò si aggiunge che, nel mese di ottobre, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) ha approvato il piano di distribuzione delle risorse regionali 2020 dirette a sostenere interventi di prevenzione e assistenza e cura sul tema gioco d’azzardo patologico: il Comune di Bologna potrà utilizzare 210 mila euro di fondi per realizzare progetti e interventi sul tema. 

Quello della ludopatia è un problema purtroppo diffuso in tutto il Paese e anche nella Città Metropolitana di Bologna: l’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze patologiche dell’AUSL ha già segnalato l’incremento del numero di persone che si rivolgono ai SERT per problemi legati al gioco d’azzardo, aumentate da 32  nel 2009 a 233 nel 2019. Nei primi 6 mesi del 2020 si è comunque registrata un’inversione di tendenza legata presumibilmente alla chiusura delle sale gioco per l’emergenza sanitaria: l’Osservatorio ha infatti registrato un calo del 18% dei pazienti rispetto al primo semestre all’anno precedente. 

Condividi