“Da dentro a fuori, sguardi di futuro”, 100 scatti che raccontano donne detenute

Una mostra fotografica che racconta le attività del progetto “Non solo Mimosa” per la salute e il benessere delle donne detenute in carcere e ne festeggia i cinque anni di vita. L’esposizione “Da dentro a fuori, sguardi di futuro” sarà allestita nella Manica lunga di Palazzo d’Accursio (sede del Comune di Bologna) e sarà visitabile dal 5 al 17 novembre. Durante questi giorni si susseguiranno anche iniziative di presentazione delle attività in carcere del progetto. 

La mostra è realizzata da cento scatti realizzati nella Casa circondariale “Rocco d’Amato” di Bologna da 6 fotografe volontarie che documentano le attività di “Non solo mimosa” a sostegno delle detenute nella sezione femminile del carcere. Il progetto è nato nel 2014 dalla volontà di dare una risposta concreta ai bisogni delle donne che vivono all’interno della struttura. Diverse associazioni e singole cittadine si sono così raccolte per promuovere un’azione collettiva di supporto, mettendo a disposizione gratuitamente il loro tempo, lavoro e la propria professionalità. 

Come ha raccontato la coordinatrice di “Non solo mimosa”, la consigliera Mariaraffaella Ferri, in questi cinque anni, sono state offerte circa 1600 ore di attività distribuite in varie proposte: dai laboratori di lettura e scrittura a quelli di arteterapia, dalle lezioni di qi gong per gestire le emozioni al corso di comunicazione assertiva. Queste iniziative volontarie migliorerebbero in parte la qualità della vita e il benessere psicofisico delle partecipanti, supportandole nel percorso rieducativo, in vista del loro reinserimento nella società. Attualmente le donne nel carcere sono il 10% del totale dei detenuti, un numero importante che va considerato specialmente in termini di prospettive future, quando il periodo da scontare sarà terminato. Offrire uno sguardo di speranza verso il ritorno nella società è obiettivo del progetto. 

Per Massimo Ziccone, direttore dell’area educativa della Casa circondariale, «i risultati ottenuti in questi cinque anni sono straordinari in termini di inclusione sociale, benessere della persona e acquisizione di competenze. Senza queste iniziative, il carcere in sé sarebbe una scuola di maltrattamento».  Oltre alla mostra fotografica, nella sala Renzo Imbeni di Palazzo d’Accursio, si susseguiranno vari appuntamenti per far conoscere le attività che si svolgono in carcere e sensibilizzare sul tema della detenzione femminile. Tra questi ci saranno tre sessioni di arteterapia a cura di Art Therapy Italiana il 4, l’11 e il 18 novembre alle 19,30. Giovedì 14 alle 20 verrà condotta una lezione di meditazione da Manos sin fronteras, mentre venerdì 15 alle 18 si parlerà del film “Sezione Femminile. L’immaginario dietro le sbarre” con il regista Eugenio Melloni. 

A parlare di “Non solo mimosa” anche l’assessora alle Pari Opportunità Susanna Zaccaria, che ha sottolineato l’importanza della mostra come occasione «per far conoscere a tutti i cittadini chi c’è e cos’è veramente la Casa e le persone che la vivono». Ha poi continuato: «In un momento storico dove anche i diritti più banali vengono dimenticati o sminuiti questo progetto diventa una risposta concreta di giustizia». A farle eco Ziccone che evidenziato come questa sia una questione politica: «Non è buonismo come qualcuno stupidamente pensa. La punizione resta con la privazione della libertà, ma noi non vogliamo limitarci a far “pagare” al detenuto il proprio sbaglio “buttando via la chiave”». 

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