Covid, 6 giorni per ricevere la comunicazione di inizio quarantena: l’Ausl di Bologna fatica sul tracciamento

Una studentessa a Bologna si è posta in auto-quarantena in attesa della comunicazione dell’Ausl che non riesce a stare dietro ai casi di contagio da coronavirus.

Dopo il contatto con un positivo, ha dovuto attendere 6 giorni prima di ricevere la comunicazione di inizio quarantena da parte della Ausl di Bologna. È successo pochi giorni fa a una studentessa di 21 anni fuori sede a Bologna che era entrata in contatto lo scorso 2 dicembre con una persona positiva al Covid e, dopo essersi messa in auto-isolamento, lei stessa ha dovuto contattare l’ufficio di igiene pubblica di Bologna per segnalarsi come contatto. Tutto questo perché, come confermato dagli operatori, il suo tracciamento era saltato.  Solo mercoledì 8 dicembre è iniziata in modo ufficiale la sua quarantena che per legge, se vaccinati, ha una durata di 7 giorni.

Si pensi a quanti come la studentessa 21enne avranno dovuto attendere per giorni una chiamata senza sapere come comportarsi e senza risposte e quanti invece non sono mai stati raggiunti dall’Ausl di Bologna. Si pensi a quante persone ognuno di noi incontra in una settimana tra casa, lavoro, scuola, supermercato, ristorante. Si pensi a quante persone si possono contagiare senza nemmeno esserne consapevoli. Questo è il dramma di ogni giorno. Èl’ennesima sconfitta inflitta dal Covid. A due anni dall’inizio della pandemia ci troviamo in una nuova ondata, la quarta, inermi e in balia degli eventi. Come confermato dagli esperti e dimostrato dai dati non basta il vaccino, ma occorre un ottimo servizio di tracciamento che possa isolare nell’immediato i contatti dei positivi per evitare che il virus si diffonda con grande velocità. Più siamo lenti, più c’è il rischio che il numero dei contagi aumenti a vista d’occhio. Per questo è necessario avere un sistema burocratico che funzioni bene. Forse se, a fronte dell’emergenza, fossero state fatte nuove assunzioni per rafforzare la macchina operativa la situazione non sarebbe così critica.  

Un medico di terapia intensiva dell’ospedale di Cesena, sin dall’inizio in prima linea, ha confermato che con questo nuovo boom di casi è molto difficile per le Ausl stare dietro a tutto il sistema di tracciamento. A Cesena, infatti, i contatti sono così numerosi che si è arrivati al punto di dover spostare il drive through in una zona lontana dall’ ospedale Bufalini a causa delle lunghe code di auto che bloccavano il passaggio alle ambulanze e a tutti coloro che dovevano raggiungere il pronto soccorso. 

Ora che si avvicina il Natale e la voglia di passare le festività con i parenti e con gli amici, la prospettiva per l’Emilia-Romagna di entrare nuovamente in zona gialla spaventa e fa arrabbiare gli emiliano-romagnoli. Le persone si chiedono cosa sia andato storto, cosa si poteva fare e non è stato fatto e cosa invece si sarebbe potuto e dovuto fare meglio.  

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