Non è una protesta, ma solo voglia di stare insieme in tempi di pandemia. L'”occupazione”, fatta in un’aula virtuale di Scienze della Comunicazione dell’Unibo, si concluderà il 1 aprile con un concerto trasmesso in streaming sulla piattaforma Teams dove si svolgono le lezioni universitarie.

In tempi di pandemia l’occupazione studentesca diventa virtuale. Non per protesta, ma per non fermare la loro voglia di stare insieme e socializzare, un gruppo di studenti di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna ha pensato di “occupare” di sera, dalle 22.00 – appena comincia il coprifuoco, un’aula virtuale sulla piattaforma Teams dove si svolgono le lezioni di Teorie e tecniche dei nuovi media tenuto dalla professoressa Paola Brembilla. Tutto è cominciato qualche giorno fa quando gli studenti sono rimasti collegati sulla piattaforma per continuare a confrontarsi sui temi del corso, nonostante la lezione fosse terminata. A quel punto, alcuni di loro hanno pensato di farlo tutte le sere in modo da conoscersi, socializzare e stare insieme perché ormai stanchi di essere segregati in casa a causa delle restrizioni anti-covid che non permettono loro più di interagire come una volta.

A far socializzare meglio questi ragazzi però ci vuole della musica. Ed è per questo che gli studenti che sono in prima linea in questa “occupazione” hanno deciso di organizzare il 1 aprile alle 22,00 un concerto privato, sempre all’interno della stessa aula virtuale. Il biglietto d’ingresso per il primo concerto in un’aula universitaria in streaming è ovviamente virtuale: è il link della piattaforma dove si svolgono le lezioni (che può essere fornito solo dagli studenti). Gli ospiti al “microfono” saranno gli studenti Fabrizio Covella (chitarrista), Natan Ladisa (sassofonista) e il rapper salentino Flavio Zen, trasferitosi a Bologna da pochi anni. «Nonostante lo abbiamo organizzato il 1 aprile, non si tratta di uno scherzo. Ma è solo un modo per stare insieme, anche se in modo virtuale, sperando si possa tornare al più presto a sentire buona musica dal vivo», dichiara Giovanna Barbara, una delle studentesse “occupanti”.

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