Secondo alcune associazioni ambientaliste e le Sardine, il progetto di una nuova seggiovia sull’Appennino bolognese non conterrebbe una Valutazione di impatto ambientale (VIA).

La Regione Emilia-Romagna vorrebbe costruire un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale, sull’Appennino bolognese, senza una Valutazione di impatto Ambientale (VIA). È la denuncia di alcune associazioni ambientaliste, di tutela del territorio e della montagna di Bologna e di Modena e il movimento delle Sardine, riunite nel comitato ‘Un altro Appennino è possibile’, che hanno presentano un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) «per denunciare un illecito amministrativo» che la Regione Emilia-Romagna starebbe per compiere. La zona del Corno alle Scale è caratterizzata da due parchi regionali, diversi habitat di interesse comunitario e zone di valore ambientale che non possono essere sottovalutati.

L’opera in questione, che costerebbe quasi 6 milioni di euro, è la nuova seggiovia per collegare Polla al lago Scaffaiolo, nel parco del Corno alle Scale, in sostituzione della seggiovia Direttissima e della sciovia del Cupolino. La Direttissima è abilitata a funzionare fino al 2039. È stata creata 100 metri sotto il livello del lago per rispettare la zona di estremo valore ambientale. La nuova, invece, arriverebbe fino alle sponde dello Scaffaiolo, un’area ora incontaminata.  

A spiegare la decisione di rivolgersi al Tar è Andrea Garreffa, guida ambientale escursionistica e co-fondatore di 6000 Sardine, che, in videoconferenza stampa, ha presentato l’iniziativa sostenuta da una raccolta fondi che ha raccolto 14mila euro per supportare le spese legali.  «E’ un’opera che ha un pesantissimo impatto ambientale. La Regione sostiene che è un ammodernamento dell’esistente, ma gli impianti che ci sono vanno ancora bene», afferma Michele Vignodelli, vicepresidente del Wwf Bologna. 

 

 

fonte: Ansa

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