Non diminuiscono nemmeno quest’anno le richieste di aiuto ai centri anti-violenza locali per abusi fisici, psicologici sulle donne.
Solo nel 2019 sono 1.328 le donne accolte nei centri anti-violenza di Bologna. Un dato preoccupante, ma in leggero calo rispetto all’anno scorso (1343), che è stato diffuso e pubblicato oggi all’interno del Report Metropolitano sulle strutture di accoglienza del capoluogo emiliano. Proprio oggi, nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, arriva una fotografia precisa, fatta di dati che riguardo gli abusi sulle vittime di violenza che non sembrano diminuire nemmeno quest’anno. I dati contenuti nel “Report di monitoraggio dell’Accordo metropolitano per l’accoglienza e l’ospitalità delle donne vittime di violenza” sono stati presentati oggi nell’ambito del webinar “Il cambiamento possibile. Donne e uomini contro la violenza di genere” con l’obiettivo di informare e sensibilizzare istituzioni e operatori per contrastare la violenza di genere e promuovere le pari opportunità.
Tre donne su 4 chiedono aiuto al centro anti-violenza perché hanno subito violenza dal proprio compagno o ex. La maggioranza, l’80% ha ricevuto violenza psicologica, mentre ben oltre la metà, il 59% è stata vittima di violenza fisica. Il 16% è stata vittima di stupro. Circa un terzo di loro (il 29%), subiscono anche violenza economica e il 16% è stata perseguitata con lo stalking. Sono dati agghiaccianti che tracciano il profilo di donne normali, di tutte le età e provenienze: il 54% hanno trai 30 e i 49 anni ma molte sono le giovanissime, oltre il 21% nella fascia 18-29 anni. Per la maggioranza italiane, ma oltre un terzo sono straniere.
Chiamano il centro anti-violenza per chiedere informazioni, consigli, aiuto. Molte soltanto per sfogarsi e per dar voce a quel disagio che le opprime, cercano una consulenza legale o un sostegno di qualsiasi tipo che le aiuti a liberarsi, ma solo il 31% arriva al secondo colloquio.
Nonostante il rodato sistema di accoglienza del territorio locale e regionale funzioni, questi dati esprimono la forte necessità delle attività di prevenzione per far sì che questo fenomeno diminuisca sempre di più fino a scomparire. I progetti da questo punto di vista, messi a punto insieme al Tavolo politico e al Tavolo tecnico, coinvolgono la rete scolastica con una campagna per contrastare gli stereotipi e le discriminazioni di genere. E’ infatti attraverso l’educazione e la cultura che questo fenomeno può essere sradicato nelle generazioni di domani, non basta attivarsi con interventi emergenziali, ma è necessario concentrarsi sempre di più sulla prevenzione.