Detenuto taglia un braccio a un agente e un altro tenta di evadere 

Un episodio che «conferma, ancora una volta, l’insipienza della politica incapace di assumere provvedimenti consequenziali»

Giornata da dimenticare ieri nel carcere di Forlì. Nella mattinata un detenuto tunisino ha procurato un taglio ad un braccio ad un agente di Polizia penitenziaria e nel pomeriggio una rocambolesca evasione di un altro detenuto sempre di origini tunisine mentre veniva scortato per recarsi ai domiciliari nel suo luogo di residenza. Ma la Polizia Penitenziaria di Forlì ed il Nucleo Investigativo Regionale lo hanno rintracciato e riportato nuovamente in cella. A dare la notizia è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale del sindacato di polizia Uil PA Polizia Penitenziaria. 

«Le aggressioni, L’evasione, l’ennesima nel Paese, di un detenuto dal carcere di Forlì certifica ulteriormente il totale fallimento del sistema penitenziario e conferma, ancora una volta, l’insipienza della politica incapace di assumere provvedimenti consequenziali», dichiara Maldarizzi.  

Con evasioni ricorrenti, aggressioni e risse quotidiane, traffici di sostanze e oggetti non consentiti, omicidi e tentati omicidi, suicidi, stupri e violenze di ogni genere «le carceri italiane non assolvono a nessuna delle funzioni che ne giustificano l’esistenza e i costi per la collettività. Non interrompono la reiterazione dei reati, non impediscono i contatti illeciti con l’esterno, non rieducano, insomma niente di niente se non trasformarsi in vere e proprie palestre del crimine. E tutto ciò in danno soprattutto della Polizia penitenziaria, abbandonata a se stessa nel tentare di gestire una situazione di fatto ingovernabile e spesso additata come responsabile sia dall’opinione pubblica sia dalla magistratura», rincara il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria. 

 

foto: di archivio

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