Terra di Resilienza, recupero delle tradizioni agricole antiche

Ripartire dalla terra, non come progetto, ma come ambizione. È ciò che hanno fatto i ragazzi di Terra di resilienza, una cooperativa che dal 2012 si occupa di agricoltura ed ecoturismo nel cuore del Cilento. Nata a Caselle in Pittari da un gruppo di giovani ritornati ai loro paesi d’origine dopo varie esperienze al Nord Italia, la cooperativa promuove diversi progetti: uno su tutti quello di un’agricoltura sociale fatta di recupero di tradizioni antiche e pratiche innovative allo stesso tempo.

Attenzione al territorio e rispetto della fertilità del suolo sono le priorità dei soci, che coltivano varietà antiche di grano con l’ausilio di concimi naturali autoprodotti, sementi che loro stessi amano definire “grani del futuro”. È da qui che nasce CumpaRete: una rete in cui, come si faceva una volta, gli aderenti si scambiano le differenti cultivar del territorio. Una pratica in uso nelle comunità contadine da secoli, che descrive una storia fatta di relazioni solidali, biodiversità, reciprocità e condivisione, nell’ottica dello sviluppo del territorio.

La scelta di fare agricoltura sociale deriva dalla volontà di creare un modello replicabile. In quest’ottica rientra la propensione ai progetti di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, come quello che ha visto la collaborazione con il Ser.t di Sapri. «La terra è sempre stato teatro naturale dell’accoglienza – afferma il presidente della cooperativa Antonio Pellegrino – Svantaggiati e deboli lo siamo un po’ tutti nella contemporaneità, noi abbiamo scelto di coltivare la terra e questa ambizione di vivere insieme e con dignità in un territorio difficile, nella speranza di renderlo autonomo ed emanciparlo attraverso il lavoro agricolo».  

 

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