Prevenire le pandemie, al via un progetto di ricerca europeo supportato dall’UniBo

Si chiama VEO – Versatile Emerging infectious disease Observatory – ed è un innovativo progetto di ricerca europeo avviato in questi giorni con il contributo dell’Università di Bologna il cui obiettivo è individuare e segnalare la nascita di possibili future pandemie. Lo studio verte sulla creazione di un osservatorio virtuale che tramite il monitoraggio e la conseguente analisi di dati e informazioni si possa giungere ad un confronto e ad un’integrazione degli stessi per essere in grado di rintracciare con tempismo e precisione la comparsa di probabili fenomeni virologici e quindi pandemici con il fine ultimo di prevenirne le disastrose conseguenze e studiarne le confutabilli cause. 

Saranno quindi i cambiamenti climatici e ambientali lo sfondo su cui verrà dispiegato l’intero progetto, culla di tutti i dati necessari in ambito medico e sanitario, con l’intreccio sistematico di studi condotti in laboratorio ed efficienti ricerche dirette sul campo. L’Università di Bologna, assieme al proprio gruppo di ricerca capitanato dal professore Daniel Rimondini, accetta orgogliosamente questa sfida con il supporto dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia, Scienze e Tecnologie Agroalimentari e Medicina specialistica diagnostica e sperimentale. I ricercatori utilizzeranno come campo di intervento principale quello dell’analisi dei dati inerenti la mobilità sociale e i social network, ma soprattutto quelli legati alla struttura, al contenuto e alla funzione del virus e alla sua eventuale evoluzione. 

Il progetto, finanziato dalla Comissione Europea con 15 milioni di euro del programma Horizon, viene coordinato dall’Erasmus University Medical Center (Paesi Bassi) con la partecipazione di 20 partner appartenenti a 12 Paesi europei, annoverando tra gli obiettivi la capacità di comprendere se l’analisi dei dati raccolti durante un’epidemia possa essere utile e funzionante alle istituzioni e alle strutture per la limitazione e diffusione del viru. 

Proprio quest’ultimo elemento contraddistingue VEO nel suo approccio, differenziandosi da quello attuale il quale studia i fenomeni menzionati solo dopo essersi verificati negando la possibilità sia da un punto di vista scientifico che da un punto di vista civico. VEO fonda il proprio studio sulla combinazione di casi di animali selvatici e domestici e umani, attraverso una profonda analisi dell’ecosistema nel suo complesso, la cosiddetta One Health: una collaborazione interdisciplinare tra medicina veterinaria, umana e ambientale riconoscendone il legame di salute reciproco e imprescindibile. Proprio per fronteggiare la pandemia da Covid-19 sono state implementate le risorse scientifiche a fianco di grandi innovazioni tecnologiche che grazie al confronto tra dati biologici e dati contestuali ha dato origine a uno dei progetti mondiali più all’avanguardia. Ovvero, non tutto il male vien per nuocere. 

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