Students4Students, a Bologna studenti universitari formano liceali su temi utili a entrare nel mondo del lavoro

Il progetto di formazione Students4Students dell’associazione universitaria Jebo-Junior Enterprise si è incentrata sui temi della comunicazione digitale, della sostenibilità e dello sviluppo personale tramite 4 appuntamenti coinvolgenti 16 ragazzi del liceo Galvani di Bologna.

La Jebo-Junior Enterprise, un’associazione no-profit (e apolitica) fondata e gestita da studenti dell’Università di Bologna nel 2016, forte del monito “Imparare facendo”, combatte la dispersione scolastica incrementata dalla pandemia da Covid 19 a suon di progetti e primo tra questi Students4Students che si propone di avvicinare gli istituti delle scuole superiori al tema dell’imprenditoria. L’iniziativa è stata applicata all’interno del percorso delle competenze trasversali per l’orientamento (PTCO) del liceo Galvani di Bologna con la partecipazione di 16 studenti, di diverse classi e sezioni, in 4 incontri (di cui un “business game” per sviluppare capacità critica e creativa) per un totale di 9 ore di formazione su comunicazione digitale, crescita personale e sostenibilità. Per affrontare il mondo accademico prima e quello lavorativo poi, i giovani di oggi necessitano di affinare le proprie attitudini e munirsi di strumenti e competenze per affrontare adeguatamente le sfide future.

Quale metodo migliore se non quello di mettere a disposizione le esperienze degli studenti universitari per accompagnare in questo percorso i proprio compagni delle superiori? «L’idea è nata dalla necessità di colmare una mancanza importante nel nostro percorso didattico, ovvero un collegamento con il mondo del lavoro e dell’imprenditoria prima degli anni universitari. Infatti, l’obiettivo è proprio quello di far toccare con mano ai ragazzi del liceo alcuni degli aspetti principali che solitamente si scoprono e apprendono solo durante un percorso di laurea», afferma Gaia Caranti di Jebo che aggiunge: «Nonostante la formazione scolastica in Italia sia una delle migliori al mondo, è ancora molto focalizzata su materie teoriche e molto vaste, motivo per cui questo progetto può aiutare il sistema scolastico a diventare più pratico e diversificato». 

Nell’ultimo anno il numero di studenti a rischio di abbandono scolastico è salito a 34 mila e i ragazzi, ora più che mai, hanno bisogno di punti di riferimento in grado di guidarli nelle scelte e nel percorso di crescita di contro alla didattica online e alla contingenza attuale che disincentivano la motivazione personale, causando adolescenti demotivati e stanchi. «Nonostante la modalità in remoto imposta dalla situazione pandemica, il gruppo trasversale di 16 studenti ha apprezzato l’esperienza, sia per l’interesse dei temi proposti, sia perché l’interazione con giovani poco più grandi di loro rappresenta sempre un valore aggiunto. Mi ha fatto, poi, particolarmente piacere che sia stata una nostra ex studentessa del liceo internazionale, Sara Montalti, a promuovere e seguire il progetto: credo sia importante che i giovani sappiano mettere a frutto la consapevolezza acquisita nel loro percorso di studi, condividendo con altri le loro competenze e il loro entusiasmo», spiega Verena Gasperotti, docente di filosofia e storia al Liceo Galvani. 

Sara Montalti, responsabile del progetto ed ex alunna del liceo Galvani, afferma: «L’obiettivo è quello di trasmettere le competenze necessarie per formare una base solida su cui i ragazzi possano sia basare il loro futuro percorso formativo, in università d’eccellenza come l’Alma Mater di Bologna, sia diventare gli imprenditori consapevoli del futuro di cui il nostro paese ha bisogno». 

Gasperotti aggiunge: «Progetti come questo sono importanti per chi concepisce la scuola come una comunità educante, in cui gli allievi non si limitano ad assorbire passivamente contenuti, ma si rendono protagonisti del loro percorso, traducendo il loro sapere in un “saper fare” e “saper essere». Si tratta di un’attenzione alla centralità dello studente che è doppiamente importante in un momento difficile come questo. Bisogna trovare il modo di coniugare l’attenzione alla trasmissione di una tradizione culturale, approccio che da sempre connota la scuola italiana, con una didattica per competenze, che favorisca anche l’attivazione di quelle trasversali. È nel tessuto delle relazioni che i giovani sviluppano il loro senso del sé, la loro identità, quando questo tessuto si rompe, il senso di atomizzazione e l’inappartenenza possono generare derive nichilistiche: smarrite le proprie coordinate identitarie, viene meno la fiducia nella propria progettualità e nella capacità di incidere costruttivamente nel mondo». 

Infine, conclude, «Progetti come Students4Students di JEBO sono dunque occasioni importanti per favorire la sinergia, nel contesto scolastico, delle dimensioni teoriche e pratiche, per nutrire la curiosità dei giovani e fornire loro gli strumenti per appropriarsi di quel futuro che ora appare fosco e nebuloso, ma che spetta a loro costruire con i propri colori». 

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