«Vogliono limitare le libertà altrui», Vincenzo Branà del Cassero di Bologna contro il Congresso sulle famiglie

«Lo sforzo che si fa per questo Congresso è quello di mascherarsi dietro una narrativa positiva, cioè il “noi siamo per le famiglie”, in realtà poi nei contenuti c’è un grande approccio di limitazione delle libertà altrui». È la critica su cui insiste Vincenzo Branà, presidente del circolo Arcygay “Il Cassero” di Bologna, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta di Bologna in merito al Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona tra il 29 e il 31 di marzo.  

Secondo Branà il Congresso «è quanto di più aberrante sia mai arrivato nel nostro Paese» e sottolinea che per la  prima volta che un paese fondatore dell’Unione europea organizza una manifestazione che raccoglie un insieme di forze reazionarie e di estrema destra. Per il presidente la manifestazione rappresenterebbe una falla nei principi che guidano il sistema europeo, in quanto presenta delle posizioni che vanno contro i diritti delle donne e delle comunità omosessuali (Lgbt)». Branà fa notare, ad esempio, che alla manifestazione verrà presentata e discussa una proposta di legge della Lega sull’affido del feto che «è terribile poiché vuole rendere adottabile il feto durante la gravidanza impedendo alla donna di interromperla».

Nell’intervista alla Gazzetta di Bologna il presidente del Cassero motiva nello specifico la sua contrarietà al Congresso sulla famiglie di Verona. «È la prima volta che questo tipo di Congresso, già esistente come format e pesantemente sostenuto da alcune potenze economiche, arriva in Italia. Con un’aggravante: non solo arriva, ma lo fa con il tappeto rosso steso da parte del governo e con un dibattito terribile e ambiguo sul consenso della presidenza del Consiglio dei ministri. Inoltre, è appoggiato anche da alcuni ministri di governo, fra cui quello della scuola, forse il più preoccupante. Davanti a questo fatto è necessario che il Paese prenda parola e porti a Verona la rappresentanza di un mondo diverso e di un’altra possibilità. 

L’Arcigay ha organizzato un’azione di protesta? 

«L’associazione confluisce nella rete che darà vita la mattina del 30 marzo al convegno “Italia laica Verona libera” e metterà assieme tantissime associazioni come Arcobaleno e Arci. Inoltre, Arcigay sta organizzando pullman per portare quante più persone possibili a Verona. Dal Cassero di Bologna partiranno due autobus alle 10 del mattino, per i quali ci sono ancora dei posti disponibili. C’è da dire che abbiamo riempito i mezzi molto velocemente, quindi c’è una grandissima voglia di partecipazione a questo appuntamento. Dal gruppo “Non una di meno” partiranno addirittura 6 autobus e altri ancora da Cgil e dal gruppo Dem. Sono molti i mondi che stanno organizzando a Bologna una partecipazione massiccia alla manifestazione. 

Cosa ne pensa del fatto che due esponenti del Pd a Bologna non hanno voluto firmare un ordine del giorno che condannava il Consiglio delle famiglie?

«Questa cosa mi delude molto, soprattutto perché l’elezione di Nicola Zingaretti a segretario del Partito democratico rappresenta una presa di posizione forte sulle battaglie in sostegno delle donne e dei diritti delle persone Lgbt.  Il discorso da fare è sul centrosinistra in generale: in questo momento politico in cui le persone hanno bisogno di trovare anche nei partiti una rappresentazione, queste ambiguità fanno male. L’ordine del giorno, scritto dalla consigliera Pd Simona Lembi era ben costruito, con un punto di vista non banale. E non è un caso che il testo sia stato scritto da una donna e che e gli interventi più interessanti siano stati fatti proprio da donne. Questo dovrebbe essere un segnale per la stanza dei bottoni: oggi le donne sono quelle più in grado di fare una politica su questi temi e di rilanciarli. Il dato va tenuto presente in quanto è una profonda richiesta di novità che si fa alla politica. 

Con la collaborazione di Anna Izzo e Elisa Cecconi

Foto: dalla pagina facebook Arci Bologna

 

 

 

 

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