Decreto “Sbloccacantieri”, appalti al massimo ribasso: infuriati gli imprenditori

Sarebbero norme più oscure e fallaci. L’associazione nazionale costruttori edili (Ance) non ha accolto di buon grado il decreto governativo Sbloccacantieri varato il 20 marzo perché sarebbe figlia storpia della volontà di semplificare e velocizzare le pratiche edili e di creare un Codice degli appalti più chiaro.
Sono tante le opere già finanziate e ancora bloccate dalla burocrazia. Tra queste la bretella Campogliano-Sassuolo, sulla quale il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, aveva rassicurato Bologna e l’Emilia-Romagna, e la Cispadana. Le associazioni di settore da tempo avevano richiesto una mossa da parte del governo per sbloccare i fondi e snellire gli ostacoli.

Ciò che più ha fatto indignare Ance è stata la scelta di procedere alle assegnazioni degli appalti secondo il criterio del massimo ribasso. «Questo parametro consentirebbe la corsa alla irregolarità, al lavoro nero, al malaffare», ha affermato Sandro Grisendi, presidente di Ance Modena. L’associazione ha anche poco gradito l’esclusione automatica dell’offerta anomala, cioè l’eliminazione di importi significativamente bassi. In Italia, secondo Grisendi, l’esclusione si estenderebbe alla maggioranza degli appalti pubblici visto che molti sarebbero inferiori al milione di euro. Il presidente di Ance Modena ha poi ribadito: «L’esclusione automatica dell’offerta anomala è una procedura di aggiudicazione di per sé negativa. La pratica, infatti, favorisce le scatole vuote, create ad arte, mentre danneggia l’imprenditoria strutturata e qualificata».
Ha sconcertato l’associazione anche il ricorso a commissari abilitati a derogare le regole del Codice. La scelta renderebbe ancora più oscura l’applicabilità delle normative.

Ance ha auspicato che presto ci sia spazio per migliorare le misure ed evitare di sprecare un’occasione importante come quella del decreto Sbloccacantieri. Con le misure richieste l’associazione vorrebbe invertire la decennale tendenza che ha visto scomparire in Italia 120 mila imprese e 620 mila posti di lavoro.

Condividi