Nel Bolognese altri 16 sanitari No vax sospesi dalla professione

La maggior parte sono infermieri, ma ci sarebbero anche medici e uno psicologo che, non si conosce il motivo, non si sono ancora vaccinati. Per loro c’è la sospensione dal lavoro.

Oltre ai due operatori sanitari non vaccinati contro il covid sospesi 2 giorni fa, tra ieri e oggi, ci sarebbero altre 16 sospensioni (lettere già inviate) ad altrettanti lavoratori “No vax” del settore sanitario che lavorano per l’Azienda sanitaria Usl di Bologna. Ad annunciarlo è il direttore dell’Ausl bolognese, Paolo Bordon, il quale rivela, in un’intervista al Resto del Carlino, che si tratta quasi esclusivamente di infermieri ma anche medici e uno psicologo.

Tra gli operatori sanitari non vaccinati ci sono quelli che non verranno sospesi perché si tratta di persone che non possono essere vaccinate per motivi di salute. Ma poi ci sono altri che non rientrano in questa categoria.  Per questi ultimi l’azienda sanitaria Usl di Bologna farà come dice la legge: «Non non possono lavorare, non vengono retribuiti, non verseremo nemmeno i contributi, questo fino al 31 dicembre. Naturalmente se assolvono l’obbligo vaccinale, vengono subito reintegrati. Noi dobbiamo proteggere le persone malate e gli altri operatori sanitari», ha dichiarato Bordon che non conosce il motivo per cui queste persone non sono ancora vaccinate o se hanno voglia di farlo. 

Inoltre, il direttore dell’Ausl di Bologna ha anche dichiarato che nel Bolognese tutti i ricoverati per covid sono persone non vaccinate e che la variante Delta oggi è responsabile del 50 per cento dei nuovi casi. «Tra poco sarà prevalente sul virus originario. Questa è una variante che si espande a grande velocità», ha concluso Bordon.

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