Gioco d’azzardo, Di Maio non risponde ai sindacati Protesta a Bologna

«Fino a oggi non abbiamo avuto alcuna risposta dal ministero dello Sviluppo Economico (Mise) in seguito a una nostra lettera di un mese fa in cui chiedevamo di partecipare al tavolo di discussione sul riordinamento del sistema gioco d’azzardo proposto nel decreto Dignità al fine di ridurre la ludopatia». Sono le parole di Mirco Ceotto, segretario nazionale della Fisascat (Federazione Italiana Sindacati Addetti Servizi Commerciali, Affini e del Turismo) durante una manifestazione di protesta dei lavoratori del gioco legale sotto la prefettura di Bologna lo scorso 16 novembre.

«Va bene riordinare il sistema del gioco d’azzardo, ma solo all’interno di un quadro che combatta il gioco illegale, la ludopatia e che non crei problemi di occupazione sia per le imprese sia per i dipendenti delle sale slot e bingo», ha dichiarato Ceotto.

La paura dei lavoratori e dei sindacati di categoria è quella che si potrebbero perdere molti posti di lavoro. In particolare, il decreto vieta di sottoscrivere nuovi contratti per fare pubblicità a certi tipi di gioco d’azzardo. Inoltre, ci sono alcuni provvedimenti regionali che vietano la presenza di sale da gioco entro 500 metri da luoghi sensibili (scuole, ospedali e palestre). Queste norme potrebbero indurre le imprese gestori dei servizi a chiudere. Secondo i sindacati di categoria, il cosiddetto “distanziometro” potrebbe portare un danno all’occupazione.

A salvaguardare il lavoro dei dipendenti del “gioco legale” (non vogliono sentir parlare di “gioco d’azzardo”) durante la manifestazione anche Paolo Montalti della Filcams Cgil Emilia Romagna(Federazione Italiana Lavoratori Commercio Albergo Mensa e Servizi). «Chiediamo al Mise di prendere in considerazione la nostra richiesta di un incontro affinché si attivi un tavolo di monitoraggio sull’impatto che le nuove normative hanno sull’occupazione perché non possiamo risolvere il problema della ludopatia perdendo, però, posti di lavoro», ha dichiarato Montalti.

Nel 2017 il settore del gioco d’azzardo in Italia ha fatturato circa 96 miliardi di euro, con una spesa netta per i giocatori pari a 20,5 miliardi di euro.

Il decreto Dignità, dunque, che vieta la pubblicità per certi tipi di gioco d’azzardo come per esempio le scommesse, sta incontrando parecchi ostacoli. Non piace nemmeno ad alcune società che dalle pubblicità di giochi di scommesse ci guadagnano, come alcune squadre di calcio.

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