Domani l’associazione studentesca CUA sarà in piazza dell’Unità alle 11,00 in una conferenza stampa per presentare la protesta di giovedì. Saranno presenti anche il centro sociale XM24, Noi Restiamo e Saperi Naviganti.  

«Se la casa è un diritto, Student Hotel è una rapina!». Inizia così il comunicato diffuso dall’associazione studentesca CUA di Bologna che invita a protestare giovedì 1 ottobre alle 15,00 in piazza dell’Unità contro l’apertura dello “Student Hotel” in via Fioravanti 27 nel cuore del Quartiere Bolognina. Un secco No di una parte di studenti bolognesi a un “ostello di lusso” «in cui gli affitti delle stanze sono alle stelle e non vanno incontro alle esigenze di tanti studenti e studentesse che in un periodo storico come questo si trovano sempre più in difficoltà a sostenere gli enormi prezzi che la città di Bologna impone», si legge nel comunicato. In un momento del genere, spiega l’associazione CUA, in cui ciò che serve sono gli spazi accessibili e sicuri per tutti, l’Università di Bologna non risponderebbe alle esigenze degli studenti ma, anzi, favorirebbe gli hotel privati invece che gli spazi universitari e pubblici. Come, ad esempio, mancherebbero sale studio, che sono, al momento, insufficienti per garantire un posto in cui studiare. «È ormai da anni che la città di Bologna si affida a privati per poter “garantire” un diritto allo studio che sembra ormai essere un privilegio per pochi e poche, facendosi beffa di chi non riesce a sostenere economicamente i costi di una delle università più care d’Italia», dice il CUA. 

Ad aprire lo l’ostello di lusso all’interno dell’ex Telecom di via Fioravanti – un tempo occupato da famiglie senza casa poi sgomberate – è la catena olandese “The Studente Hotel” di Charlie MacGregor, che ha già aperto una struttura a Berlino nella centralissima Alexanderplatz col consueto festival ‘Bed Talks’ (sarà replicato pure a Bologna) secondo il concept del ‘parlare nei letti’, con stanze tematiche in cui gli studenti si confrontano e dibattono su svariati argomenti.  L’ostello di lusso bolognese avrà uno spazio di 11 mila metri quadri di superficie, 400 camere, parcheggio sotterraneo, piscina interna, bar, ristorante, palestra e spazi co-working. Un albergo dotato di ogni comfort e servizio (area giochi, noleggio bici, reception h24, pulizia camere giornaliera) non rivolto solo agli studenti, ma anche a imprenditori e turisti. «Ci apriremo alla città che abbiamo scelto non solo perché universitaria, ma per il suo mix culturale – ha spiegato MacGregor, rispondendo pure alla possibilità che, visto il contesto storico-urbano del luogo, vi siano contestazioni in particolare da parte dei centri sociali». E così sarà, infatti. Alla manifestazione di domani organizzata dal CUA parteciperanno anche i centri sociali dell’Xm24 e le associazioni Noi Restiamo e Saperi Naviganti. 

La protesta di giovedì nasce, oltre al fatto che a Bologna si favorisca il privato e non il pubblico, si incentra anche sui prezzi non per tutti. Le camere, arredate tutte con lo stesso stile minimal, dai colori sgargianti alle frasi motivazionali sui muri – si aggira dai 700 ai mille euro al mese. Costo, secondo la catena olandese, «in linea con la realtà locale». 

 

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