Entra in aula senza Green pass e si rifiuta di uscire, studentessa Unibo fa annullare una lezione

È successo qualche giorno fa nel dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna dove una lezione è stata annullata a causa di una studentessa che pretendeva di seguire la lezione senza Green pass. 

«Non sono contraria al vaccino, ma al Green Pass obbligatorio». Si è giustificata così Silvia, la studentessa universitaria che lo scorso mercoledì ha causato l’annullamento della lezione universitaria di Psicologia cognitiva che si stava tenendo con la professoressa Luisa Lugli nella sede di Filosofia e Comunicazione in via Azzo Giardino a Bologna. Nonostante fosse appunto sprovvista della certificazione verde, obbligatoria per seguire le lezioni in presenza, la ragazza è riuscita comunque a superare i controlli della sicurezza e si è seduta in aula per seguire la lezione come se nulla fosse. Secondo un testimone, che preferisce mantenere l’anonimato, ci è voluta più di un’ora prima che arrivasse un responsabile a fare presente alla professoressa (fino a quel momento ignara) che era necessario annullare la lezione in caso la ragazza si fosse rifiutata di lasciare l’aula, come da protocollo anti-covid. E così è stato.  

«A quel punto si è scatenato il caos, c’era chi pretendeva dalla ragazza il rimborso del biglietto del treno, chi la insultava, chi le intimava di lasciare l’aula», racconta ancora il testimone, «la professoressa è poi intervenuta richiamando l’ordine, ma la discussione è continuata sulla chat di Whatsapp del corso ed è degenerata con battute molto pesanti nei confronti della ragazza, anche lei parte del gruppo». 

Una polemica che è continuata sulla pagina Instagram Spotted Unibo (utilizzata dagli studenti dell’università per fare domande o commenti su qualsiasi cosa in maniera completamente anonima) dove è stato pubblicato un post a riguardo, commentato subito da centinaia di utenti con toni più o meno accesi. La pagina conta infatti più di 26mila seguaci e ovviamente il tono polemico del post ha attirato l’attenzione anche di chi non era presente al momento dell’accaduto.  

Molti si sono schierati con i colleghi arrabbiati per aver perso la lezione, altri invece sostenevano la “causa” della ragazza No Green Pass, appellandosi alla sua “libertà di scelta”. Il post è stato in seguito cancellato dagli amministratori della pagina, che evidentemente non si aspettavano tanta risonanza e hanno preferito “chiudere” la discussione. 

«É ridicolo che per una roba del genere si sia aspettata un’ora prima di intervenire e che si sia intervenuti in questo modo», spiega amareggiato lo studente testimone. «Hanno detto che non potevano chiamare le forze dell’ordine e hanno invitato noi a farlo perché così non si va nei casini». L’università di Bologna così se n’è lavata le mani togliendosi qualsiasi responsabilità. In che modo ci ha tutelati? E se questa ragazza fosse stata armata? In che modo garantisce la nostra sicurezza? Annullando una lezione? E lo sbaglio sta nel credere che sia un fatto isolato, non è la prima volta che succede all’interno dell’università», conclude.  

Un episodio piuttosto allarmante, sia per il comportamento della studentessa No Green Pass che non ha mostrato rispetto per i suoi colleghi, molti dei quali pendolari che hanno perso oltre ad una lezione anche tempo, soldi ed energie, sia per la reazione violenta di alcuni nei suoi confronti.  Ma soprattutto, è evidente che il protocollo di sicurezza adottato dall’Università di Bologna sembrerebbe non del tutto adeguato a fronteggiare situazioni del genere.   

Questa volta la violenza è stata solo “verbale”, grave in ogni caso, ma dopo i fatti di Roma di questa domenica è lecito temere che possa accadere ben di peggio. 

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