L’Emilia-Romagna ha più migranti di tutti, nel Bolognese quasi un quinto è rumeno

L’Emilia-Romagna è la regione italiana con la più alta incidenza di migranti. Se si considerano i soli cittadini di paesi non Ue, l’incidenza sul totale della popolazione è pari al 10 per cento (in Italia 6,4%).

Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono aumentati dello 0,8 per cento rispetto al 2021. Sono in totale il 12,8 della popolazione complessiva. In tutta Italia sono l’8,8 per cento, 5 milioni e duecento mila stranieri residenti. L’Emilia-Romagna è da diversi anni la regione italiana con la più alta incidenza, seguita dalla Lombardia. Se si considerano i soli cittadini di paesi non Ue, l’incidenza sul totale della popolazione residente in Emilia-Romagna risulta pari al 10 per cento (in Italia 6,4%). Sono alcuni dati emersi durante la presentazione regionale del Dossier Statistico Immigrazione IDOS/Confronti organizzata ieri mattina nel Comune di Bologna in piazza Maggiore dall’associazione Africa e Mediterraneo, e dalle cooperative Lai-momo e Abantu in contemporanea con Regioni e Province autonome di tutta Italia. 

Si conferma la prevalenza di donne, che in Emilia-Romagna sono la maggioranza dal 2009 (in Italia dal 2008). Al 1° gennaio 2022 sono il 52,2% del totale dei residenti stranieri in regione (in Italia 51,3%). 

Fra gli stranieri residenti, quelli di almeno 50 anni nel 2008 erano il 10%, oggi sono il 23,1%, quelli di meno di 30 anni erano il 45,5%, oggi sono il 36,3%. Mentre i minori stranieri residenti in Emilia-Romagna sono oltre 120mila, oltre un quinto (20,8%) del totale degli stranieri, così come in Italia (20,3%).  

I primi 4 paesi di cittadinanza degli stranieri sono: nell’area metropolitana di Bologna: Romania (22,5%), Marocco (9,4%), Pakistan (7,0%), Albania (6,5%); nel comune di Bologna: Romania (16,7%), Bangladesh (8,1%), Filippine (8,0%), Pakistan (6,9%). 

I dati dell’accoglienza nel territorio metropolitano 

Attualmente il sistema di accoglienza conta complessivamente 3904 posti in 384 strutture, con una media rispettivamente di posti per struttura per i CAS di 28 posti e per i SAI di 6 posti. 

Il progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) è realizzato nell’area metropolitana di Bologna dal Comune di Bologna, titolare del progetto, con l’adesione di 41 Comuni del territorio metropolitano e nel Circondario Imolese con un progetto specifico. Il progetto, a titolarità del Comune di Bologna è realizzato in co-progettazione e in convenzione con 9 enti del Terzo Settore capofila che coinvolgono complessivamente 15 enti attivi nel territorio con tre categorie specialistiche di accoglienza: ordinari, persone con disagio sanitario e/o mentale, minori stranieri non accompagnati. 

Si tratta di un sistema di accoglienza diffusa (distribuita nel territorio in abitazioni di piccole dimensioni) che nel 2015 contava 294 posti ed oggi 1997. È un sistema strutturato con servizi specialistici: accoglienza materiale, accompagnamento legale, alla formazione (linguistica e professionale) e al lavoro, mediazione linguistico-culturale, attività di comunicazione rivolte alla cittadinanza, iniziative volte a promuovere le autonomie e le relazioni con le comunità, che ha come obiettivo principale la riconquista dell’autonomia individuale delle persone accolte, intesa come una loro effettiva emancipazione dal bisogno di ricevere assistenza. 

L’accoglienza SAI è realizzata in 316 strutture, che si sostanziano in appartamenti in condomini o in abitazioni multifamiliari. La maggioranza delle strutture si trova a Bologna città con 1150 posti in 169 strutture. 

Il SAI a titolarità Comune di Bologna ha accolto nell’anno in corso fino al 30 settembre di quest’anno, 2353 persone. Nel primo semestre dell’anno, per gli adulti e le persone in nucleo, le nazionalità di provenienza sono 53: la nazionalità maggiormente rappresentata è la Nigeria (299 persone), seguita dall’Ucraina (258 persone), il Pakistan (120 persone), l’Afghanistan (97 persone) e la Somalia (86 persone). 

Oltre il 50% delle persone accolte è in nucleo famigliare o monoparentale e ha meno di 25 anni. Per i minori stranieri non accompagnati, la nazionalità maggiormente rappresentata nel primo semestre è la Tunisia (199 persone), seguita dall’Albania (130 persone) e dall’Egitto (81 persone). 

Oltre alla gestione del progetto SAI, del quale il Comune di Bologna ha incaricato ASP Città di Bologna, è stato necessario attivare interventi aggiuntivi (extra SAI), da dedicare ad accoglienze per nuclei famigliari e minori stranieri non accompagnati: nel 2023 sono state accolte 260 persone in nucleo familiare, e 281 minori non accompagnati. Nel 2022 le persone accolte extra-SAI sono state rispettivamente 354 persone in nucleo e 357 minori stranieri non accompagnati. 

Il progetto SAI cura dal 2015 la raccolta di dati relativi al sistema di accoglienza dell’area metropolitana rendendo disponibili infografiche aggiornate e informazioni relative al progetto nel sito dedicato www.bolognacares.it. Alla sezione dati presenta infografiche mensili dettagliate per comuni, distretti e i quartieri di Bologna relative alla dimensione territoriale dell’accoglienza e annuali (con aggiornamenti semestrali) in merito alle caratteristiche delle persone accolte.

I dati pubblicati nel sito, grazie alla collaborazione della Prefettura di Bologna, comprendono nella dimensione territoriale quantitativa anche i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) in capo alla Prefettura di Bologna. 

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