Al Bravo Caffè torna Francesco Cavestri, il pianista bolognese che contamina e sperimenta il jazz

Il pianista e compositore 20enne bolognese ha ricevuto da poco il “Premio Strada del jazz 2023″ ed è in uscita con due progetti con la collaborazione del trombettista Paolo Fresu e del batterista di Erykah Badu e Lauryn Hill.

Dopo aver partecipato ad uno dei più importanti Festival di Jazz in Italia a Milano per JazzMi e dopo aver ricevuto il “Premio Strada del jazz 2023” come miglior giovane pianista e compositore, Francesco Cavestri ritorna a esibirsi nella sua città, al Bravo Caffè Jazz Club di Bologna domenica 26 novembre alle 20,30. Quel locale di via Mascarella 1e che Cavestri conosce molto bene. Proprio lì ha cominciato la sua carriera e sempre lì anticiperà due suoi progetti in uscita.  

Il 20enne pianista bolognese suonerà alcune tra le nuove composizioni originali contenute nell’album di prossima uscita, tra le cui collaborazioni spiccano i nomi del trombettista Paolo Fresu e del batterista americano Cleon Edwards (Erykah Badu, Lauryn Hill, Cory Henry, Shaun Martin) e altre composizioni che costituiscono la colonna sonora originale del Podcast Rai Play “Una morte da Mediano” scritto e diretto dal regista Filippo Vendemmiati.  

Cavestri, a settembre ha ricevuto il aver ricevuto il “Premio Strada del jazz 2023”. Contento del riconoscimento?   

«Assolutamente. È un premio che mi rende onore perché è stato riconosciuto a dei giganti della musica che ascolto e che suono come, ad esempio, a Renzo Arbore. Ho 20 anni ed è bello che ci sia questo scambio generazionale come a dimostrare che anche i giovani possono andare avanti. Da bolognese è stato molto emozionante riceverlo in Piazza Maggiore davanti a un pubblico molto numeroso: c’erano almeno duemila persone. È stato evento straordinario». 

Nei suoi prossimi progetti ha due collaborazioni molto importanti. Com’è stato lavorare con Fresu e con Edwars? 

Paolo Fresu l’ho conosciuto a Bologna, in particolare ai Mercati generali del jazz nel maggio 2022 quando ero studente del conservatorio. Io ero uno studente ed ero stato scelto per portare una lezione-concerto. Ho avuto l’occasione di conoscere Paolo e mi ha invitato anche ai suoi festival. Abbiamo anche scritto un brano insieme che io gli ho proposto e ha accettato di collaborare. Un pezzo che incontra jazz e musica elettronica. Paolo è una persona aperta a nuove sperimentazioni e per questo ci siamo trovati. Il batterista americano Cleon Edwards, invece, l’conosciuto proprio al Bravo Caffè. Gli ho parlato e gli ho detto che ho studiato a Boston. Lui è rimasto molto colpito dalla mia storia. Poi, avevo arrangiato un brano e gli ho proposto l’arrangiamento e ha accettato. Ho costruito prima un rapporto di amicizia e poi mi sono proposto. Anche lui, come Fresu, è un musicista a cui piace un jazz contaminato e moderno, come piace a me».  

Si capisce che, oltre al jazz, le sue influenze vengono anche dall’elettronica e dall’hip hop. Le piace la musica black ma le piace anche sperimentare? In che modo?   

«Nell’album che presento e anticipo al Bravo Caffè domenica ci sono molte di queste ricerche. Sono sempre più convinto che deve essere un genere aperto a nuove contaminazioni come, ad esempio, la musica elettronica e l’hip hop hop. C’è bisogno di rinnovamento per questo deve essere contaminato. Il jazz, per definizione, è rivolto a nuove ricerche sonore e, secondo me, deve incontrarsi con altri linguaggi». 

Il concerto di domenica, infatti, si svilupperà intorno alle note in solo piano e synth delle nuove composizioni di Cavestri, il quale porterà il pubblico in un viaggio tra le diverse sfumature che dal jazz attraversano la musica elettronica e l’hip hop per giungere a tributi a musicisti fondamentali nel suo percorso artistico come Ryuichi Sakamoto, John Coltrane e Massive Attack, il tutto in una continua ricerca dell’innovazione e di un sound all’avanguardia.  

Rientra nelle sue sperimentazioni l’unire la musica alle immagini. Solo la musica non basta più nell’era dei social e delle immagini? 

«Non l’ho mai vista in questa dimensione. Una serie di immagini che reagiscono con la musica permette di lavorare su due piani artistici che si complementano a vicenda. È uno show che allarga le prospettive. Sono un fan delle immagini e di colonne sonore, l’idea è quella di complementare due piani artistici, musica e immagini. La musica da sola basta ma si arricchisce con un nuovo piano artistico». 

La serata del 26 novembre sarà caratterizzata, infatti, dalla presenza di immagini che reagiranno in tempo reale con la musica, dando vita, attraverso l’incontro di diverse forme d’arte (musica e arti visive), a un’atmosfera coinvolgente e interattiva. La realizzazione delle grafiche è a cura di Raphael Sangiorgi. 

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