Pubblichiamo interamente una lettera arrivataci alla nostra redazione indirizzata al sindaco di Bologna Virginio Merola da parte dei residenti di via delle Moline.
«Gentile sig. sindaco, delusi e mortificati dalle sue parole che, dati i difficili frangenti, ci auguriamo sfuggite in un momento di nervosismo per la sua comprensibile grande apprensione per il benessere della città, vogliamo rassicurarla. Non siamo bambini capricciosi e non abbiamo alcun bisogno di un altro babbo, uno basta. Abbiamo solo bisogno di un sindaco. (I residenti di via delle Moline fanno riferimento a uno sfogo del sindaco di Bologna Virginio Merola per le proteste scaturite per l’‘occupazione’ della strada con i dehors dei locali. Merola, in una sua dichiarazione a riguardo ha chiesto «collaborazione e senso della misura da parte di tutti: queste contrapposizioni continue tra chi vuole andare in bici, chi vuole andare a piedi e chi vuole stare seduto non è che le risolve il babbo Comune dall’alto», ha detto il sindaco qualche giorno fa).
Riprende la lettera. Un sindaco che si assuma la responsabilità delle decisioni della sua Giunta, all’origine del malessere (civilmente espresso) di un consistente numero di pacati cittadini, tra cui molti suoi sconfortati elettori. Il tema delle biciclette è solo uno dei problemi; siamo esausti dal peggioramento della vivibilità della nostra strada e di quelle limitrofe, immerse in gravose problematiche sociali irrisolte da decenni. Il 16 settembre scorso abbiamo spiegato le nostre ragioni in una lettera agli Assessori. Presto invieremo le adesioni raccolte. Temiamo che il modello Moline possa estendersi ad altre zone del centro storico già improntate a configurarsi come aree food (o magna magna, in volgare), cancellando ogni identità storica.
È desolante assistere alla conversione di ogni attività commerciale che dismette in esercizio di somministrazione cibo e ci chiediamo se, nel quadro normativo esistente, siano stati fatti tutti gli sforzi possibili per evitare questa innaturale e deleteria omologia, peccato originale alla base dell’attuale emergenza.
Considerata la velocità delle trasformazioni socio-commerciali in atto pensiamo si debba aprire un ragionamento complessivo sul modello di città di qui a venire, fino a determinare un quadro di parametri non discrezionali, che ovunque tenda alla ricerca di un bilanciamento tra le diverse esigenze, con la necessaria flessibilità nei diversi contesti. In via delle Moline si è ecceduto lasciando mano libera ai ristoratori a scapito delle primarie e legittime esigenze di residenti, disabili, mamme con passeggini, ciclisti, altri esercenti. Senza controlli di sorta.
La invitiamo, sig. sindaco, a rendersi conto personalmente degli effetti delle Ordinanze comunali in via delle Moline, dalle 11 della mattina alle ore piccole della notte. In particolare le consigliamo di farci un giretto in un fine settimana di bel tempo, ad ora tarda; potrà farsi un’idea precisa e circostanziata del livello di vivibilità e dell’effettivo distanziamento sociale auspicato dalla Giunta. Il diritto al riposo notturno, per dirne una, è assimilabile al diritto alla salute psico-fisica tutelato dall’art. 32 della Costituzione. Se può interessarla abbiamo ampia documentazione di come questo diritto costituzionale in questa parte di città sia costantemente negato.
Non siamo contrari alla pedonalizzazione, siamo viceversa contrari all’uso privatistico e speculativo di uno spazio pubblico a scapito di chi vive qui o qui ha interessi differenti. La salutiamo confidando in un suo sollecito interessamento.
Firma: Un gruppo nutrito di residenti della zona (via delle Moline)