«Basta con tavoli all’aperto!», via delle Moline si ribella all’estensione dei dehors

Il Comune di Bologna avrebbe esteso l’esenzione della tassa di occupazione dei dehors esterni dei locali fino a giugno 2021, ma i residenti di via delle Moline, nel centro di Bologna, non sono d’accordo. 

Una petizione rivolta all’amministrazione comunale bolognese e 5 giorni di raccolta firme, fino a domani, contro l’estensione straordinaria dei dehors, tavolini all’aperto di bar, pub e ristoranti in via delle Moline dopo la chiusura causa Covid-19. Si chiama “Moline R(esiste)” e a sottoscriverla è un gruppo di residenti della zona, che si dicono stanchi di questo «ristorante a cielo aperto» in piedi dallo scorso luglio. Una privatizzazione, ribadiscono, a discapito della promessa, in parte infranta, di una pedonalizzazione sana dell’area: «nessuno di noi è contrario alla pedonalizzazione. Perché via delle Moline è già da tempo pedonale. C’è un dissuasore mobile, nonostante i suoi problemi, non indifferenti, di manutenzione. E nonostante sia “permeabile” agli scooter, che fanno presto ad aggirarlo». 

Secondo il neo-comitato di residenti, questa della concessione all’occupazione di suolo pubblico agli esercenti, per risarcirli dei danni causati dalla chiusura nel periodo di quarantena collettiva da Covid-19, penalizza molti, per accontentare pochi. Penalizza i pedoni, costretti a muoversi su una passerella ricavata tra i tavolini di due metri circa, «gomito a gomito», creando, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria, lunghe file assembrate. Penalizza i ciclisti, costretti a scendere dal mezzo per non intralciare la viabilità pedonale. E nonostante, proprio lì, tra i tavoli all’aperto, passi una ciclabile che arriva direttamente alla zona universitaria, meta di tantissimi ragazzi e ragazze che si spostano abitualmente in sella. Taglia fuori, poi, le persone con ridotta capacità motoria, così come quelle con un deficit visivo importante, che abitano da sempre tra quelle strade: «se prima il rientro a casa era piuttosto semplice, adesso lo slalom tra sedie e tavoli diventa ostacolo insormontabile per chi non possiede, ad esempio, un visus del 100%. Questa ci sembra una limitazione della libertà dei residenti. Tutto ciò che prima di giugno si poteva fare, adesso, per tanti, è impossibile». Mette in difficoltà poi, i mezzi di primo soccorso che, da luglio, sono costretti a fare marcia indietro di fronte a una distesa, non segnalata, di tavoli e sedie. O a praticare molte manovre per sorpassare l’ostacolo: «e così il tempo passa, le lancette vanno avanti. In momenti in cui ogni secondo può essere vitale» . E, a tal proposito, portano un esempio risalente già al 28 luglio (video). Contestano, poi, all’amministrazione comunale di non aver ricevuto, loro residenti, alcun avvertimento rispetto al cambiamento incombente: «Era stata emessa un’ordinanza in cui era previsto che gli esercenti effettuassero una comunicazione, tramite volantini, a tutta la popolazione residente. Cosa che è stata disattesa. Così, ci siamo trovati una domenica mattina con i ristoratori che occupavano la strada». E proseguono: «nell’ordinanza si diceva che sarebbero stati affissi dei cartelli di colore giallo con le scritte nere, che indicassero che la strada fosse pedonale, all’angolo tra via Zamboni e Largo Respighi, così come tra via Centotrecento e via delle Belle Arti. Sono comparsi solo a metà settembre, dopo mille difficoltà. E dopo le nostre mail».  

Dopo aver abbattuto il canone di occupazione del suolo pubblico, velocizzato e semplificato l’iter burocratico per le richieste di concessioni, o ampliamento dei dehors già esistenti, dal 27 maggio scorso il Comune ha provveduto a raccogliere le domande per le concessioni straordinarie. Solo un mese dopo, annunciava su Facebook il lascia passare a 380 concessioni in più. E la pedonalizzazione totale di tre vie del centro storico. Via delle Moline (da via delle Belle Arti a via di Borgo San Pietro) è una di queste. E, già a giugno, la notizia aveva ricevuto sui social un’accoglienza contrastata. Una utente racconta che, mentre passava con una carrozzina, un cameriere che indicava un tavolo ai clienti ha rischiato di infilzarle il dito nell’occhio. Uno che, addirittura, pensa che questa delle concessioni sia una tragedia. Il neo-comitato specifica: «Non siamo contrari alle misure a favore di tutti gli esercenti colpiti dalla crisi del lockdown. Però noi chiediamo un po’ di buon senso. Ed equità, per tutti i cittadini». La raccolta firme andrà avanti fino a sabato 3 ottobre: «E la settimana prossima la presenteremo formalmente. Ma potrà andare oltre, anche dopo sabato». 

Condividi