Mi è capitato di rispondere ad una domanda sul mio orientamento politico. Ho concluso che sono comunista. Mi sono chiesto cos’è il comunismo e mi sono risposto: una visione nuova del mondo, una nuova nascita del mondo. Io credo che il comunismo sia soprattutto questo: credere che possa nascere un mondo nuovo, un uomo nuovo, che superi l’egoismo del capitale e della sua auto-affermazione.  Ci hanno tutti iscritti a una gara senza neanche chiedercelo, e più vivo più mi rendo conto che questa gara è drogata, truccata, falsata o, peggio ancora, completamente inutile. Un uomo che rinuncia al capitale, che rinuncia a dire:”Questo è mio!” D’altronde per la legge borghese la proprietà è il diritto di godere della cosa in modo pieno ed esclusivo.

Ma perché devo escludere gli altri? Non si potrebbe semplicemente vivere insieme? I pellerossa avevano una tenda e un granaio, e chiunque avesse fame poteva sfamarsi. Non era affatto nella loro cultura l'”accumulare”, il mettere via non si sa bene per chi o per che cosa.

Tanto, come dice un antico detto buddista, fare progetti per il futuro è come andare a pescare in una gola secca: nulla va come ci aspettiamo. Nessuno si preoccupa di imbiancare la stanza d’albergo dove passerà la notte. Ecco, questa è l’immagine che più rende la condizione umana: siamo in una stanza d’albergo, e non sappiamo quando la lasceremo, potrebbe accadere anche questa notte stessa. E, invece di riflettere insieme su questa condizione, gli uomini si fanno la guerra. Chi può aumentare la sua vita anche di un solo secondo alzi la mano. E tutto ciò che con tanta foga e tanto impegno hai accumulato non farai altro che abbandonarlo, è solo questione di tempo.

Il nostro mondo mi sembra tutto sbagliato, a partire dalla divinizzazione della bellezza, della ricchezza e del potere. La bellezza va via, anche la persona più bella di questo mondo invecchierà e si ritroverà deforme, rispetto a com’era da giovane. Il Buddha diceva che vecchiaia, malattia e morte sono sofferenza. Alzi la mano chi non ci ha mai fatto e mai ci farà i conti, con queste tre eventualità cardine della vita. Una cosa che mi colpisce è l’atteggiamento occidentale nei confronti della morte. Alcuni evitano il discorso, perché se ne parli “porti sfiga”. Peccato che sia ciò che rende la tua vita quello che è. Senza la morte, la vita non sarebbe ciò che è. Se fossimo eterni, tutto sarebbe completamente diverso. I più, poi, hanno questo atteggiamento:”La morte non è poi un granché, è un semplice evento della vita!”. Che è un’ottima teoria. Finché non tocca a noi o a una persona a noi molto cara morire.

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