Ieri sera il cantautore e poeta Vinicio Capossela ha reinterpretato il suo repertorio mescolandolo alla Divina Commedia in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante.
Bestie. Animali feroci. Selvaggi. Diavoli, demoni. Rosso fuoco. Solitudine, ansia, disagio e una musica che li attornia. È l’inferno di Dante rappresentato egregiamente da Vinicio Capossela come inizio del suo concerto “Bestiale Comedìa” tenutosi ieri sera al teatro Duse di Bologna per celebrare i 700 anni della morte di Dante Alighieri. Uno spettacolo-concerto dove il repertorio del cantautore si confronta e si orienta con la Divina commedia del Sommo poeta. Il tutto è cominciato con “l’inferno” e con i brani “Le Loup Garou” e “Nuove tentazioni di Sant’Antonio” che hanno fatto entrare gli spettatori non in una rappresentazione dell’inferno, ma direttamente all’inferno.
Capossela, all’inizio con indosso una maschera diabolica (i suoi musicisti con maschere di animali infernali), è stato il Virgilio dello spettacolo. Ha accompagnato il pubblico, con i suoi brani, le sue parole e le sue poesie musicate, durante il viaggio nei tre “piani” della Divina commedia da lui rappresentate. Sempre nell’inferno ha toccato l’animo degli spettatori sottolineando la cattiveria umana citando, tra un brano e l’altro, l’affossamento del Ddl Zan, una legge bocciata dal Parlamento e che avrebbe tutelato i diritti di genere. Ha anche citato, sempre nel momento dell’Inferno, e sempre in un modo così poetico che Dante ne sarebbe stato fiero, la condizione dei migranti paragonati da Vinicio Capossela all’ Ulisse descritto da Dante. Come può un migrante su un gommone in mezzo al mare non essere paragonato a un «nuovo Ulisse» che si spinge fino alla morte e il viaggio è l’unica sua ragione di vita?
Poi arriva la buona notizia: l’inferno è finito. Si passa, dunque, nel suo concerto a una nuova vita delle anime, quella del Purgatorio. Con i brani, maestralmente proposti da Vinicio Capossela, “Camera a Sud”, “Che cos’è l’amor”, il “Vino”, “Le Sirene”, “Il testamento del Porco”, il registro musicale ed emotivo cambia. Qui, nel Purgatorio, «si canta per i diritti», nel giorno (ieri) dello sciopero generale dei sindacati. Ma il pensiero di Capossela va a Patrick Zaki, ai suoi diritti e al suo futuro (ancora incerto). Durante il Purgatorio, il cantautore ha anche omaggiato il maestro Franco Battiato reinterpretando e soprattutto ballando la canzone “La Torre”. Poi, ha alzato il bicchiere di vino e ha fatto un brindisi alla memoria del bolognese Freak Antoni degli Skiantos.
La “Bestiale Comedìa” di Capossela è stata una continua citazione di artisti, di scrittori, di poeti e navigatori. Persino nella scenografia c’era una nave dove ogni tanto il cantautore-poeta saliva per cantare ed emozionare il pubblico. Da lì, quando lo spettacolo è salito al terzo “piano”, il Paradiso, ha interpretato il brano “Uomo vivo” che ha dato gioia allo spettacolo, agli spettatori e allo stesso Capossela. L’apoteosi dell’emozione è arrivata con il suo brano d’amore ”Con una rosa” e quando ci si interroga sulla velocità del tempo con la canzone “La lumaca”. Il concerto si conclude dopo 2 ore e mezza, senza intervallo, con “Ovunque proteggi” e con una standing ovation e applausi, applausi fino a quando si chiude il sipario.
Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse