L’idea dell’Unibo è quella di alzare fino a 26.000 euro la soglia attuale di “no tax area”, fissata ora a 23.000 euro. Novità anche per l’assunzione di docenti e la possibilità per il personale di lavorare da casa anche se non in emergenza Covid.
Più sostegno a chi proviene da famiglie meno abbienti e a studentesse e studenti internazionali che non sono europei. È la decisione presa oggi dall’Università di Bologna riguardo al sistema contributivo per il prossimo anno accademico. Il Consiglio di amministrazione di Ateneo ha non solo deciso di confermare la soglia attuale di “no tax area”, fissata a 23.000 euro di ISEE, ma ha anche manifestato la propria volontà di innalzarla fino a 26.000 euro, anche a partire dal prossimo anno accademico, se la Regione Emilia-Romagna interverrà per aumentare il valore minimo di ISEE entro cui concedere la borsa di studio (oggi fissato appunto a 23.000).
Resta invariato il sistema di calcolo della contribuzione in base all’ISEE per i redditi compresi tra 23.000 e 33.000, mentre è stata approvata un’ulteriore manovra per agevolare la fascia successiva, che va da 33.000 a 45.000. Quest’ultima misura è la più consistente sotto l’aspetto finanziario, ma consentirà a studentesse e studenti di una fascia particolarmente esposta alla crisi post-pandemica di beneficiare di uno sgravio contributivo.
Allo studio c’è poi una misura che introduca la possibilità, per chi proviene da paesi non europei di una contribuzione determinata in misura fissa e differenziata in base alla nazionalità di residenza, semplificando un sistema che ora prevede una valutazione mediante il calcolo del cosiddetto ISEE parificato. «Questa soluzione permetterebbe di abbattere tutti i costi occulti che gravano su studentesse e studenti chiamati a produrre una documentazione particolarmente onerosa, in termini di tempo e di denaro», si legge in una nota dell’Università di Bologna.
Nel 2023, ai 200.000 euro già previsti si aggiungeranno ulteriori 450.000 euro. Tra i benefici introdotti in questo senso anche quello a favore delle studentesse e degli studenti fuori corso in debito della sola prova finale. Chi è al secondo anno fuori corso, in debito della sola prova finale e con ISEE uguale o inferiore a 35.000 euro, potrà richiedere – se non completerà il percorso di studi entro la prossima scadenza – di accedere a una contribuzione fissa calmierata, pari a 500 euro per l’iscrizione all’anno accademico successivo. Ciò a condizione che i richiedenti conseguano il titolo entro il 30 settembre. Si avrà altrimenti accesso a una contribuzione fissa calmierata pari a 1000 euro se si consegue il titolo entro il 31 dicembre. In questo modo si risponde in maniera stabile e strutturale alle ricorrenti richieste di “proroga dell’anno accademico” determinate dalla situazione emergenziale degli ultimi due anni.
Il Consiglio di Amministrazione ha anche dato il via libera ad una sostanziale modifica del regolamento che disciplina i concorsi per il personale docente di prima e seconda fascia. Sarà il Dipartimento a scegliere, con delibera motivata, il candidato migliore, riservandosi anche la possibilità di far sostenere agli aspiranti docenti un seminario, prima di proporne al Consiglio di Amministrazione la chiamata in ruolo. «L’obiettivo principale della riforma è quello di permettere ai Dipartimenti, cui la legge Gelmini affida la responsabilità del reclutamento del personale docente, di attrarre candidati non solo scientificamente meritevoli, ma il cui curriculum si concili anche al meglio con le specifiche esigenze didattiche e di ricerca e le strategie di sviluppo dei Dipartimenti stessi», dicono dall’Ateneo.
Inoltre, l’Unibo sta lavorando, insieme al tavolo sindacale, per introdurre misure strutturali di lavoro flessibile, sia telelavoro sia smart working, modalità alle quali potrà accedere oltre il 50% del nostro personale. Si tratta di due misure a regime e non più a carattere emergenziale, a vantaggio del personale tecnico e amministrativo dell’Ateneo, in termini di conciliazione vita-lavoro e di nuovi modelli organizzativi più efficaci.