Università di Bologna, affisso il volto di Patrick Zaki composto dalle parole di una lettera inviatagli

L’Alma Mater ha affisso in una delle sue sedi un quadro che ritrae lo studente egiziano Patrik Zaki e che riporta, in 16 lingue , le parole della lettera spedita al carcere di Tora e sottoscritta anche dall’Università di Bologna.

Un’immagine che ritrae Patrick Zaki disegnata con le parole, in 16 lingue, di una lettera spedita al carcere di Tora (In Egitto -dove lo studente dell’Università di Bologna è rinchiuso) in cui si chiede impegno per la sua scarcerazione e la difesa dei diritti umani che garantiscono la libertà individuale e d’espressione. È il quadro “Ritratto di parole dedicato a Patrick Zaki“, realizzato dall’artista Francesca Grosso e promosso dall’associazione InOltre – Alternativa Progressista, da oggi affisso nell’atrio del Rettorato dell’Università di Bologna, in Via Zamboni 33. Per il ritratto affisso in Rettorato è stata utilizzata la prima delle tante lettere inviate a Patrick Zaki, scritta in 16 lingue differenti, che vanno a comporre il suo volto. Tra i firmatari di questa lettera c’è anche l’Unibo che ha accolto il ritratto del giovane studente a Bologna ma in carcere da oltre un anno. 

Patrick Zaki è in carcere perché accusato di incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Secondo i mezzi d’informazione governativi egiziani, Zaki sarebbe attivo all’estero per fare una tesi sull’omosessualità e per incitare contro lo stato egiziano. Accuse ancora senza alcuna fondatezza. 

«Il ritratto di Patrick, da oggi in Ateneo, rappresenta il costante impegno dell’Università di Bologna che chiede con forza, da oltre un anno, la sua liberazione. Patrick deve tornare qui, a Bologna, per continuare i suoi studi, deve tornare nella città che ama e che lo ha adottato, deve tornare nel paese che guarda con preoccupazione alla sua condizione attuale», ha affermato il Rettore Francesco Ubertini 

«Noi come associazione continueremo a mantenere alta l’attenzione su questa triste vicenda, stimolando le Istituzioni, il Governo italiano e anche l’Unione Europea ad intervenire con sempre più fermezza alla sua liberazione», ha commentato Laura Lizzi, attivista dell’associazione Inoltre – Alternativa Progressista.  

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