“L’Infinito” di Leopardi compie duecento anni, ma non smette di stupire. Una nuova analisi ad altissima definizione del quaderno degli “Idilli” ha svelato nuove informazioni su ritocchi, revisioni e correzioni realizzati dal poeta prima di arrivare alla versione definitiva della celebre lirica che lo avrebbe reso “il giovane favoloso”.
La nuova indagine è stata guidata da Paola Italia, docente al dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna. «Nonostante sia forse l’autografo più conosciuto della letteratura italiana, questa poesia è un oggetto ancora misterioso. Non sappiamo con precisione se sia stato composto prima o dopo il 29 giugno 1819, ventunesimo compleanno di Leopardi che, diventato maggiorenne, tentò la fuga da Recanati», ha sottolineato Italia. Per cercare di ricostruire le vicende che hanno portato alla nascita di una delle liriche più celebri della letteratura italiana, la professoressa ha deciso di adottare un nuovo strumento capace di realizzare ricostruzioni digitali estremamente dettagliate, chiamato RTI (Reflectance Transfromation Imaging). A questo sono state accostate le conoscenze e metodologie della filologia d’autore.

L’operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, che custodisce numerosi manoscritti autografi di Giacomo Leopardi, e del Laboratorio Fotografico e Multimediale FrameLab, attivo al Campus di Ravenna dell’Alma Mater. «Vogliamo ora portare avanti il nostro progetto cercando di datare ulteriormente i testi, utilizzando una combinazione di strumenti: l’analisi letteraria della lingua e dello stile, quella filologica e le informazioni provenienti dall’analisi tridimensionale delle grafie», ha dichiarato la professoressa.

I risultati dell’indagine saranno presentati a Bologna venerdì 6 dicembre in occasione di “Carte, penne, inchiostri. Imaging, 3D e restauro digitale”, il seminario internazionale promosso dai dipartimenti di Filologia classica e Italianistica e di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna. All’evento parteciperanno i più importanti istituti di conservazione e restauro e le eccellenze della ricerca universitaria per illustrare le più avanzate tecniche di indagine paleografica, di restauro e di studio filologico.

con la collaborazione di Rachele Baccichet

Condividi