«Non basta appendere bandiere arcobaleno alle finestre del Comune, nessuno spazio deve essere concesso alla violenza dei neofondamentalismi e dei fascismi». Sono le parole del collettivo femminista “Non Una di Meno” di Bologna che giovedì 11 aprile si riunirà a piazza Nettuno in risposta agli attacchi neonazisti subiti dalla Libreria delle Donne di Bologna qualche giorno fa. L’associazione Evita Peron, parte femminile di Forza Nuova, mercoledì sera ha affisso alcuni messaggi minatori sulla serranda della libreria. Il motivo della protesta era l’evento “Identità di genere nei libri per l’infanzia” che si sarebbe svolto il giorno dopo alla libreria di via San Felice. «Quello che ci preoccupa non sono quattro volantini deliranti, bensì i forti legami che, come abbiamo visto a Verona, intercorrono tra il governo, i partiti di estrema destra e i gruppi ultracattolici presenti al Congresso Mondiale delle Famiglie. Azioni come queste sono la conseguenza del clima d’odio mostrato in quell’occasione e ormai diffuso», ha detto Non Una di Meno.
La protesta del prossimo giovedì è, inoltre, rivolta al convegno contro la proposta di legge regionale sull’omotransfobia che si terrà lo stesso giorno nella sede Regione Emilia-Romagna in via Aldo Moro e al quale parteciperanno alcuni protagonisti del Congresso Mondiale delle Famiglie tenutosi a Verona.
Il movimento Non Una Di Meno si è, quindi, dichiarato contrario al convegno intitolato “Sì alle leggi per la famiglia. No alla legge sulla omotransnegatività“. «Non si tratta di un’iniziativa democraticamente innocua. Il disegno politico che la sottende è repressivo, razzista e aggressivo. Per questo non intendiamo affatto essere “accoglienti” o “dialogare”, come ha suggerito il sindaco di Bologna», ha spiegato Non Una di Meno. Il riferimento del collettivo è rivolto alle parole del sindaco Virginio Merola che ha spiegato che a Bologna verranno ascoltati tutti a patto che il dibattito sia civile e non riporti la politica in epoche passate.