Geloso e violento schiaffeggia la fidanzata, in carcere un 24enne

Il giovane è stato sottoposto agli arresti domiciliari ma ha violato il provvedimento e ha continuato a minacciare la fidanzata. Quindi è stato portato in carcere.

Ha iniziato a mostrarsi geloso della sua fidanzata già dallo scorso aprile subito dopo l’inizio della relazione sentimentale, impedendole di mantenere i rapporti di amicizia con altri uomini, obbligandola a vestirsi in modo diverso e pretendendo di essere informato dei suoi spostamenti, da documentare tramite l’invio di fotografie o videochiamate. Col tempo le violenze psicologiche si sono intensificate al punto che ha iniziato a controllare il telefono della sua compagna quando non erano insieme, la tempestava di chiamate e messaggi (anche 500 volte al giorno) dal contenuto ingiurioso e minatorio, nella convinzione che intrattenesse relazioni d’amore con altri. Infine, la sera del 4 settembre 2023, durante un raptus d’ira dovuto al rifiuto di interrompere la relazione, come richiesto dalla compagna, l’ha aggredita strattonandola e schiaffeggiandola. Spaventata, ma determinata a difendersi, la fidanzata, 20enne italiana, è riuscita a scappare. Raggiunto a casa dai Carabinieri nella serata dello scorso 14 settembre, il fidanzato geloso e violento, un 24enne italiano residente a Bologna e disoccupato, è stato sottoposto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico che si è rifiutato di indossare. 

Qualche ora dopo, il 24enne, infuriato dalla misura cautelare che aveva ricevuto, l’ha violata inviando nuovamente altri messaggi minacciosi alla 22enne che stava lavorando in un ristorante. Preoccupata dal contenuto dei messaggi del tipo: «Se non ritiri la querela, questa storia finirà in tragedia…», la 20enne ha telefonato ai Carabinieri che l’hanno raggiunta in brevissimo tempo e accompagnata in caserma per trattenerla in un luogo sicuro, in attesa di condurla altrove. 

Poche ore dopo, vista la richiesta di aggravamento di misura cautelare, avanzata dalla Procura della Repubblica di Bologna, il Giudice per le Indagini Preliminari ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con il carcere.

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