La risposta contro la violenza sulle donne a Bologna viene scritta sui muri. Si chiama “Collages femminicidi” e l’idea di un movimento nato nel 2019 in Francia è arrivata dal mese scorso anche nel capoluogo emiliano: attaccare sui muri in giro per le città frasi brevi e dirette per ricordare ai passanti che è ancora necessario difendere i diritti e la libertà delle donne, che è importante non dimenticare le vittime di violenze fisiche o psicologiche e soprattutto che è fondamentale denunciare.
Il movimento, nato a Parigi lo scorso agosto da un’iniziativa tutta al femminile, ha l’obiettivo di esprimere la propria solidarietà nei confronti di ogni forma di violenza di genere e il proprio disappunto per la sottovalutazione del tema da parte delle istituzioni pubbliche, che in molti casi danno per scontata la conquista dei diritti delle donne. Insieme alle prime “colleuses” (tradotto “incollatrici”) questi collages hanno viaggiato in tutta Europa fino a Londra, Praga, Lisbona e Madrid arrivando in Italia prima a Milano e da gennaio anche a Bologna. Qui il gruppo di donne, al quale si può prendere parte scrivendo al loro profilo Instagram @collages_femminicidi_bologna e che porta avanti l’iniziativa, è formato da una quindicina di ragazze tra i 20 e i 35 anni, studentesse e lavoratrici, alcune già amiche, altre conosciute sui social, ma tutte accomunate dalla voglia di dimostrare solidarietà nei confronti di tutte le donne costrette a subire quotidianamente sottomissioni.
Fanno parte del gruppo anche vittime in prima persona delle violenze che denunciano: queste donne hanno trovato in Collages femminicidi il loro strumento di rivincita, una voce per riscattare gli abusi subiti, ma soprattutto «una potente sororité le cui uniche armi sono pennelli e fogli bianchi», come sottolineano loro al nostro giornale. «Uscire di notte a fare le eroine e ricevere messaggi di altre donne mi dà una forza incredibile, a volte mi spezza il cuore ma è una ragione in più per portare avanti questo progetto», dice l’iniziatrice di Collages femminicidi a Bologna. «A me dà libertà», aggiunge una sua compagna. «Con questa iniziativa io mi sento tanto libera perché non mi sento sola: sono libera di fare quello che voglio se so di avere un esercito di donne pronte a lottare insieme a me», continua e sorride.
Foto: Camilla Ludovica Masi