«Non appena venuta a conoscenza della notizia relativa allo studente Patrick George Zaky, l’Università di Bologna si è attivata creando un gruppo di crisi interno che ha avviato una collaborazione con le autorità competenti. L’Ateneo si è subito messo in contatto con il ministero dell’Università. Si sono inoltre attivati il ministero dell’Interno e l’Ambasciata italiana al Cairo attraverso la Farnesina». Lo ha detto ieri il prorettore Vicario Mirko Degli Esposti che ha voluto comunicare che l’università di Bologna sta seguendo con grande attenzione l’evolversi di cosa sia successo a Patrick Goerge Zaky, uno studente del master in Studi di Genere e delle Donne arrestato e sequestrato dalle autorità egiziane una volta atterrato all’aeroporto del Cairo giovedì scorso per motivi non chiari. L’unica certezza è che è stato privato del diritto di appellarsi al proprio avvocato e di poter contattare la propria famiglia. Si teme che il ragazzo abbia subito o stia subendo delle torture. L’episodio fa impressione perché ricorda la storia di Giulio Regeni.
«Patrick George Zaky ha vinto una borsa di studio, dopo una rigorosa selezione, per partecipare al prestigioso master internazionale GEMMA, un corso di studio unico in Europa sugli studi di genere. Da quando ha iniziato le sue attività all’Università di Bologna, lo scorso settembre, Patrick ha partecipato al corso con grande entusiasmo, competenza e professionalità. Tutte le testimonianze raccolte da parte dei docenti e delle studentesse e studenti che lo hanno conosciuto restituiscono un ritratto molto diverso da quanto sembrano indicare le autorità egiziane», ha detto Degli Esposti.