Il gelato non va in crisi, consumi da record anche d’inverno

Cosa mangiare, se non un gelato, quando arriva il caldo nelle nostre città? E, nell’epoca del surriscaldamento climatico, i consumi aumentano anche nelle stagioni invernali. Lo conferma una stima della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti (Coldiretti ) che sabato 19 gennaio, durante l’apertura del “Sigep” a Rimini (il salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianale), certifica un aumento dei consumi di gelato: 3 miliardi di euro le spese dei cittadini per coni e coppette nel 2018. Un anno particolarmente caldo, per quanto riguarda l’Italia un record dal 1800, che ha fatto registrare temperature di 1,58 gradi superiori alla media del periodo.

Sono alte le cifre dei consumi degli italiani per questa passione culinaria che riguarda grandi e piccoli. “Ogni cittadino mangia durante l’anno circa 6 chilogrammi di gelato – ha affermato la Coldiretti – e, nel territorio, ci sono circa 40.000 gelaterie per un totale di 150.000 addetti che lavorano nel settore”. Gli ingredienti? Si stima che siano necessarie 220.000 tonnellate di latte, 64.000 di zucchero, 21.000 mila di frutta fresca e 29.000 di altre materie prime. Ce n’è davvero per tutti i gusti: anche se la maggior parte delle gelaterie offre le specialità della casa, non mancano i sapori tradizionali, esterofili, naturalisti, dietetici e vegani.

Una delle novità degli ultimi anni riguarda le agrigelaterie, che garantiscono la buona provenienza delle materie prime. Così si diffondono sempre di più gusti che vanno dal latte di asina a quello di bufala, ovviamente rispettando la logica del “chilometro zero”.

È stata la corte medicea di Firenze nel XVI secolo – secondo la Coldiretti – a introdurre sorbetti e cremolati durante le feste e i banchetti. L’esportazione in Francia decretò poi il successo del gelato a livello internazionale: nel 1770 apre la prima gelateria di New York grazie al genovese Giovanni Bosio e, da quel momento, non se ne è più fatto a meno. 

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