Dal Sud si torna a Bologna con la nostalgia di casa in valigia

«Forse è vero quel detto, il quale, dice che quando vai al Sud piangi due volte, una quando arrivi perché probabilmente non ci saresti voluto andare per svariate ragioni e l’altra quando devi ripartire dal Sud verso il tuo mondo un po’ più lontano, un po’ più nebbioso, un po’ più al Nord. Tornare alle proprie faccende, all’università e agli esami, dopo le vacanze, insomma ti fa stare un po’ “col quarto all’ammersa” per almeno qualche giorno. Bologna per me è un posto felice, una seconda casa dove ho una piccola seconda famiglia che mi fa sentire su una barca sicura, come mi sento ogni volta che rimetto piede in Puglia, in un mare piuttosto agitato e nervosetto. Oggi, però, devo ammettere che un po’ mi piange il cuore, mentre mi lascio trascinare dalla musica su di un autobus che mi porterà in terra emiliana.

Contentezza, la chiama nonno. È quel sentimento che provo tutte le volte che il pranzo si prolunga per ore e si resta, nel mentre, tutti attorno alla tavola insieme a chiacchierare del niente. Un niente che però è davvero davvero tutto. Non è vuoto, è pienezza. Sono felice di tornare nella mia seconda casa, ma lascio a Gravina, un pezzettino di cuore tra le strade, sotto le lucine di Natale e in ogni angolo di casa mia e della mia stanza che mi ha cresciuta e ha assistito e contribuito alle mie metamorfosi. Lascio un po’ di cuore negli abbracci di tutte le persone che rendono sicuramente migliore il mio Natale, ogni anno. Sono in viaggio, ho un bagaglio da portare a destinazione carico di responsabilità e coraggio».

di Rosi Portagnuolo

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