Bologna, i centri sociali anziani diventano Case di Quartiere per tutti

I centri sociali anziani diventeranno Case di Quartiere: è quanto prevede un progetto approvato ieri dalla Giunta Comunale di Bologna che renderà gli spazi di aggregazione nel bolognese non più solo per anziani ma per tutte le fasce di età. L’obiettivo è rinnovare i centri per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini mantenendone i valori e il ruolo civico sul territorio. Partirà ora il percorso amministrativo per la realizzazione, che vedrà coinvolti i sei Quartieri della città e il Forum del Terzo Settore.

L’idea è frutto del Laboratorio Spazi, condotto dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana, percorso che ha portato a diversi progetti per mettere a disposizione dei cittadini alcuni spazi comunali. Dopo aver guardato anche ai modelli adottati a Barcellona e Torino, si è ideato un progetto che potesse rinnovare i centri sociali anziani mantenendone la vocazione di base. I centri, infatti, sono nati per promuovere un ruolo attivo degli anziani, per prevenire fenomeni di emarginazione e dare spazio alle iniziative dei cittadini.

«I luoghi e gli spazi giocano da sempre un ruolo fondamentale nel modello di welfare di comunità basato sulla partecipazione, sulla creatività e sulla centralità della persona», ha sottolineato il Comune nel comunicato stampa. Il rinnovamento è pensato per rispondere ai cambiamenti socio-economici del tempo e contrastare nuove forme di isolamento sociale, creando «spazi che connettano i giovani con gli anziani, che facilitino l’incontro tra i cittadini, che diano vita ai territori. Spazi aperti, flessibili, a disposizione di più realtà, nei quali sperimentare forme di gestione collaborative».

In particolare, il percorso di rinnovamento che darà vita alle Case di Quartiere potrà essere di due tipi: continuità e riprogettazione. Il primo caso riguarda le strutture che hanno un’organizzazione solida e che già riescono a soddisfare le esigenze del contesto in cui sono inserite. Qui il nuovo modello manterrà il ruolo dell’attuale gestore. Il secondo caso, invece, riguarda quelle che hanno un’organizzazione più fragile. Per questi ultimi si prevede una riprogettazione a cui potranno contribuire anche altri soggetti. In entrambi i casi il percorso prenderà il via tramite avviso pubblico dell’amministrazione comunale e potranno presentare proposte le associazioni rientranti fra le Libere Forme Associative, associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato che siano iscritte nei registri. Le associazioni possono presentare proposte anche come capofila di un gruppo di soggetti senza scopo di lucro e gruppi informali di cittadini.

Per seguire l’avanzamento del progetto Case di Quartiere sarà istituito un tavolo di monitoraggio composto dagli assessori comunali che hanno proposto la delibera (Susanna Zaccaria, Giuliano Barigazzi, Matteo Lepore e Marco Lombardo), dalla conferenza dei presidenti di Quartiere e da rappresentanti del Forum del Terzo Settore.

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