In un contesto calcistico come quello attuale, dove i numerosi mezzi tecnologici a disposizione degli assistenti di gara sono sempre più evoluti, è, purtroppo, ancora facile sentire parlare di errori di valutazione. Il bolognese Pierluigi Collina è stato il primo arbitro della storia mondiale del calcio a essere ritenuto un grande personaggio sportivo, un campione del proprio ruolo. E questo avviene perché le abilità di un buon arbitro in genere si giudicano dall’intelligenza e dalla maturità che quest’ultimo dimostra nel suo operato, caratteristiche che, probabilmente, Pierluigi Collina ha riunito in modo perfetto nella sua persona. Personalità carismatica, indubbie qualità arbitrali e incorruttibilità sono stati i valori secondo i quali la IFFHS (International Federation of Football history & Statistics) ha eletto Collina miglior arbitro del mondo dal 1998 al 2005. Attualmente è il presidente della Commissione arbitri della Fifa.

I primi anni

Pierluigi Collina nasce il 13 Febbraio del 1960 a Bologna da un umile famiglia dove il papà Elia lavora come impiegato Statale e la mamma Luciana insegna in una scuola elementare. In pochi sanno che la vera grande passione per Pierluigi è sempre stata il basket e spesso ha dichiarato di essere un grande tifoso della Fortitudo Bologna. Nonostante ciò, entra a far parte della squadra di calcio della parrocchia Don Orione, all’interno della quale però non riesce mai a conquistare un ruolo da titolare e resta spesso a osservare le partite dalla panchina. Successivamente arriva per lui l’occasione di giocare negli allievi di una società dilettantistica bolognese, la Pallavicini, dove questa volta gioca da titolare per due campionati nel ruolo di libero. La carriera da calciatore, tuttavia, non sembra essere il suo destino: a causa di un grave infortunio è costretto ad un lungo periodo di pausa. Per questo motivo, guidato dalla voglia di rimanere in campo, inizia ad arbitrare le partite di allenamento infrasettimanali dei suoi compagni di squadra. Questa volta sembra che il nuovo ruolo di Pierluigi gli sia stato cucito addosso e il suo compagno di banco Fausto Capuano lo spinge a partecipare ad un corso per arbitri di calcio nel 1977.

Fin dalle prime partite, la stoffa di Pierluigi Collina appare evidente e i dirigenti arbitrali bolognesi iniziano a seguirlo con grande attenzione, primo fra tutti il Presidente Piero Piani. In tre anni raggiunge il massimo livello regionale, il campionato di Promozione, e da lì in poi inizia per lui la cosiddetta gavetta verso il calcio che conta. Le qualità arbitrali non sono le uniche doti di cui dispone e, infatti, consegue una Laurea in Economia e Commercio con 110 e lode. Grazie ad essa, esercita la professione di consulente finanziario per Banca Fideuram a Viareggio, dove si è trasferito intorno agli inizi degli anni 90’. Sposato con Giovanna Collina, è anche padre di due bambine, Francesca Romana e Carolina.

La maturazione di Pierluigi

Dopo tanti anni nelle serie minori, per Collina arriva finalmente il grande salto nella stagione 1991-92 e, grazie alle sue ottime prestazioni, riesce a debuttare in Serie A, nella partita Verona-Ascoli. Nel 1995, dopo 43 partite di serie A arbitrate, viene promosso a livello internazionale. Durante i Giochi Olimpici di Atlanta nel 1996, ha l’onore di dirigere la Finale fra Nigeria e Argentina, nel 1998 arbitra il campionato del mondo in Francia e negli Europei del 2000 in Belgio e nei Paesi Bassi. Indimenticabile è stata la sua direzione durante la finale di Champions League del 1999 a Barcellona, ricca di colpi di scena.

Raggiunge l’apice della sua carriera quando viene chiamato a dirigere la finale del Mondiale tra Germania e Brasile nel 2002. Nel 2003 pubblica il libro: Le mie regole del gioco: quello che il calcio mi ha insegnato della vita. Non si tratta soltanto di un mero racconto autobiografico, ma è anche un interessante specchio in grado di riflettere il modo di pensare e vivere lo sport e un mestiere inconsueto e coinvolgente, come quello dell’arbitro, una professione impegnativa tra “ragione e sentimento”.

Collina e la Var

Nonostante la sua perfezione, Collina ha sempre sostenuto che fosse necessario trovare un nuovo metodo di arbitraggio, più evoluto e al passo con la velocità del calcio moderno, un metodo che prenderà il nome di Var (Video Assistant Referee). L’idea di cui il fischietto bolognese si è reso precursore nasceva infatti dalla considerazione che il calcio del presente e quello del futuro meritassero più specializzazione e uniformità di gara, rispetto a quanto avveniva. Un progetto a cui non tutti i componenti del mondo calcistico hanno aderito ed è per questo che nell’agosto 2018 si dimette dall’incarico di responsabile della commissione arbitrale Uefa. Poco meno di un anno dopo però, al suo addio, la Uefa inizia a comprendere l’essenzialità della Var, oramai utilizzata in quasi tutti i campionati più importanti d’Europa, e si vede decisa anch’essa ad introdurla in Champions League. Dal gennaio del 2017 Pierluigi Collina è presidente della Commissione Arbitri della Fifa.

Amato e conosciuto da tutto il mondo come nessun altro arbitro nella storia del calcio per la sua determinazione, i suoi principi e il suo carattere deciso e carismatico, Collina viene tuttora considerato il top player degli arbitri in assoluto.

di Michele Fumarola

un articolo a cura di Giovani Reporter

Foto: pubblica dal web

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