Non solo a Bologna ma «in tutta Italia anzi, in tutta Europa». È l’opinione confidata alla Gazzetta di Bologna del sindaco della città, Virginio Merola, al termine di un incontro con i giornalisti alla Festa dell’Unità. «È da 20 anni che la scienza ha detto che c’è un’emergenza climatica e che il clima sta cambiando. È una discussione di contrapposizioni e questo la dice tutta su che tipo di problemi abbiamo. Certo, dichiarare l’emergenza climatica, ma spiegando bene che riguarda tutto il nostro sistema produttivo, il nostro modo di essere e di fare e che richiede un impegno serio pluriennale, quindi cominciamo da lì». 

Giorni dopo il sindaco Merola è tornato a parlare di emergenza climatica sulla sua pagina Facebook dove augura buon anno scolastico agli studenti  e parla di una «rivoluzione culturale» da mettere in atto per «cambiare radicalmente e urgentemente i comportamenti quotidiani». E lo fa citando il “Patto dei sindaci per l’energia e il clima” e l’impegno a ridurre le emissioni serra del 40 per cento entro il 2030. «Tantissimi studenti in tutto il mondo, insieme ai loro insegnanti e alle loro famiglie, hanno riempito le strade e le piazze abbiamo scelto di scendere in piazza per abbracciare le preoccupazioni», ha scritto il sindaco sul social network.

Bologna potrebbe quindi seguire le orme di altre città italiane, come Milano, Modena, Ravenna, Torino e Napoli, per citarne solo alcune, o come la regione Toscana anche se a livello nazionale la questione sembra essersi fermata. Se vogliamo, invece, degli esempi nazionali, c’è il Regno Unito dove il Parlamento ha approvato una mozione a maggio 2019 o in Irlanda, Canada e nella vicina Francia.  In Regione Emilia-Romagna l’emergenza climatica è già stata dichiarata ad agosto. A Bologna, invece, la discussione è appena cominciata in Commissione ambiente, dove c’erano anche gli attivisti di “Extinction Rebellion” e di “Friday for Future” . I rapporti tra la Commissione e gli attivisti sono stati amichevoli sia nella maggioranza che nella minoranza e l’udienza si è svolta senza intoppi. Gli attivisti oltre a richiedere che venga dichiarata l’emergenza climatica chiedono alle istituzioni di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2025 e delegare le misure di giustizia ecologica a un’assemblea di cittadini. 

Il consigliere Andrea Colombo del Pd  ha auspicato che venga dichiarata l’emergenza climatica il prima possibile: «Penso sia arrivato il momento anche per il Consiglio comunale di Bologna di approvare la mozione, auspico entro il mese di settembre per dare un messaggio forte di verità dalle istituzioni ai cittadini sulla gravità della situazione climatica e ambientale». Tutto ciò significherebbe «assumersi l’impegno a fare di più e più in fretta mettendo la salute del pianeta e delle persone al primo posto, rispondere positivamente agli appelli dei movimenti di giovani come “Fridays for future” e “Extinction Ribellion”, che hanno avuto il merito di svegliare le coscienze della gente in tutto il mondo e di incalzare chi governa».

Sulle politiche da attuare Colombo ha dichiarato: «La sostenibilità ambientale e la giustizia climatica devono diventare il riferimento trasversale che orienta e guida il cambiamento di tutto il sistema: le politiche pubbliche, i comportamenti della società, la riconversione dell’economia, la mobilità sostenibile pubblica e ciclo-pedonale, riduzione dei rifiuti e “plastic free”, risparmio energetico e produzione da fonti rinnovabili, consumo di zero nuovo suolo in urbanistica, salvaguardia e ampliamento del verde, agricoltura e alimentazione sostenibili, e così via». 

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