Dal Nord al Salento passando per Matera, le Sardine vanno in tour 

Il movimento delle Sardine partiranno dal Veneto il 23 luglio per arrivare a Lecce, Matera e risalire in Campania, Toscana e altre regioni in cui si voterà a breve.

Meno selfie, più politica. È lo slogan che accompagnerà il tour in giro per l’Italia del movimento delle Sardine che dal 23 luglio partirà alla scoperta delle regioni che vanno al voto per poter «riscoprire un’Italia ancora attenta ai valori della Politica». Il riferimento ai “selfie” di certo non è casuale e prende in causa quei politici populisti che girano l’Italia per scroccare un piatto di pasta tra un autoscatto e l’altro senza proporre nulla di concreto o che meglio ancora sminuiscono proprio il concetto di politica. Le Sardine percorreranno 2 mila chilometri in 6 giorni partendo da Casa Matteotti (Fratta Polesine). Attraverseranno le Marche raccontando le esperienze virtuose, parlando di antifascismo e incontrando le comunità che tuttora fanno i conti con il terremoto. Giungerà in Puglia, a Lecce, per un grande evento nazionale.  Risalirà per la Campania, scoprirà le comunità di richiedenti asilo di Cassino e di Pisa che troppo spesso sono state ostaggio della propaganda sovranista e che oggi subiscono le ingiustizie dei Decreti Sicurezza. Si concluderà in Liguria, a Genova, per parlare di ambiente, e infine nella casa museo di Sandro Pertini a Stella.

«Non sarà un tour elettorale ma un tour politico. Dove non si parla di nomi ma di visioni, di persone, di comunità. Un filo rosso che esalta e racconta il tessuto sociale del nostro Paese e che ricuce distanze geografiche, sociali ed ideologiche», scrivono le Sardine sulla loro pagina Facebook. Inoltre, il movimento delle Sardine, nato a Bologna nello scorso novembre per opporsi alla presenza del leader della Lega nel capoluogo emiliano, ricorda che «essere sardine significa essere persone che non si accontentano, significa non rassegnarsi a una politica fatta di propaganda, di vuoti e di lontananza, significa saper dire una parola in meno e tendere un orecchio in più». 

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