Ramadan a Bologna, ai leghisti contrariati il Comune risponde: «Promuoviamo l’integrazione»

«Vogliamo costruire una città inclusiva dove ci sia spazio per diverse culture, tradizioni e religioni. Riteniamo che l’ iniziativa sia proprio per favorire nel contesto sociale una convivenza». Sono le parole dell’assessora del Comune di Bologna alle Pari Opportunità Susanna Zaccaria, interrogata ieri dai consiglieri leghisti Paola Francesca Scarano e Umberto Bosco, sulla decisione dell’amministrazione comunale di patrocinare la festa per la conclusione del Ramadan (Iftar). La celebrazione avverrà stasera alle 20,00 in via Torleone.  

Durante la “Question Time” in Comune d ieri i due leghisti hanno chiesto quali criteri abbiano spinto la Giunta a concedere il patrocinio. Inoltre, l’attenzione dei consiglieri è caduta sull’organizzazione e sulla sicurezza pubblica. L’assessora ha risposto confermando la gratuità del patrocinio e illustrandone le motivazioni: «La manifestazione rientra pienamente in quello che noi auspichiamo succeda in città. È una festa di strada in cui ci si conosce, si scambiano cultura e tradizioni. La comunità islamica mette a conoscenza e a disposizione della città non solo il cibo, ma le proprie tradizioni e conoscenze. Io trovo che molti pregiudizi, molti spigoli si smussino quando si entra un po’ in contatto con le realtà, non quando se ne parla a tavolino», ha detto Zaccaria.

Anche la Diocesi di Bologna ha espresso «la propria attenzione amica verso i fedeli musulmani e le diverse celebrazioni pubbliche degli Iftar per l’interruzione del digiuno». Don Fabrizio Mandreoli, direttore dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ha affermato in un comunicato: «Crediamo che la condivisione sia la via per poter scoprire la profondità della fede di ciascuno e insieme prendiamo le distanze da ogni espressione che non ha a che fare con la fede».

Il patrocinio ricadrebbe nel Piano di Azione Locale contro le discriminazioni razziali (PAL). Il progetto avrebbe l’obiettivo di promuovere il diritto al benessere, alla non discriminazione e alla partecipazione dei cittadini di Paesi terzi.

 

Foto: Iftar a Bologna 2017  da Facebook Associazione Lavoratori marocchini in Italia

 

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