Secondo l’associazione di categoria, le attività di pubblico esercizio aperte consentirebbero una migliore gestione della vita serale e notturna della città.

«Quanto sta accadendo nelle piazze e strade della movida di Bologna, con assembramenti di giovani che violando il coprifuoco rimangono fino a tarda ora a bere e socializzare “serviti” da una rete capillare di abusivi che vendono impunemente alcool e birra in strada, dimostra che non sono le attività di pubblico esercizio la causa degli assembramenti». Lo rivendica oggi l’associazione di categoria Confesercenti di Bologna, che rappresenta le piccole e medie imprese del Commercio del territorio, in seguito agli episodi degli ultimi giorni in cui la polizia ha sgomberato all’orario del coprifuoco le piazze della movida bolognese piene di giovani.

Anzi, secondo Confesercenti Bologna, i locali, pub e ristoranti potrebbero consentire una migliore gestione della vita e della sicurezza, in quanto con i loro dehors e le loro sale interne permetterebbero una migliore gestione della presenza dei giovani in città. «Naturalmente anche il presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine rappresenta un altro importante tassello per governare la vita notturna della città che ha bisogno anche di servizi di trasporto collettivo, di eventi culturali per occupare e presidiare spazi e di cittadini residenti consapevoli che chiudere le attività non risolve il degrado ma lo amplifica».  

Secondo l’associazione di categoria, il vero problema della città, una volta terminata la fase della emergenza sanitaria, è la ripresa di un forte fenomeno di spaccio che mette a rischio la sicurezza. «Una città che aperta di notte con regole condivise, può aiutare il controllo del territorio e l’obiettivo comune di avere una città più vivibile e più sicura, che sa accogliere studenti e turisti da tutto il mondo». 

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