Smart Carry, tra Bologna e l’Africa l’idea del “Blablacar dei pacchi”

Semplici viaggiatori diventano corrieri. Chi si sposta da una città a un’altra o da uno Stato a un altro con aereo, nave, macchina o treno ha la possibilità di guadagnare portando con sé un pacco, o anche un mazzo di chiavi dimenticato da qualche parte, per restituirlo al legittimo proprietario. Per un’idea di Ilham Midjiyawa, una fotomodella 26enne nata nello Stato africano del Togo, ma residente a Bologna da 3 anni, è nata lo scorso febbraio “Smart Carry”, una piattaforma online che permette di spedire e ricevere pacchi in tutto il mondo in meno di 24 ore.

Funziona tutto in pochi passi tramite web: se si ha un pacco da spedire, si cerca sul sito internet www.smartcarry.co  la tratta del viaggio che interessa e si contatta il viaggiatore iscritto alla piattaforma che percorrerà quella determinata tratta. Si aggiunge il peso del pacco da inviare e il costo che l’utente “trasportatore” riceverà per ogni chilo. Il viaggiatore che non ha pacchi da spedire si iscrive alla piattaforma per aiutare qualcuno che vuole che gli sia recapitato un pacco, ma anche per guadagnare qualcosa.

Al momento dell’iscrizione sul sito web i dati personali degli utenti vengono salvati nel database, ma l’ideatrice della piattaforma sta valutando implementazioni come la verifica del documento di identità. Questo per essere più sicuri che il pacco non capiti in mano a gente malfidata.

«L’idea di creare un punto di incontro tra viaggiatori e persone che vogliono farsi recapitare dei pacchi mi è venuta quando sono andata a trovare mia madre in Francia. Lei voleva cucinarmi un piatto con una spezia africana del nostro Paese e pensai come poterla accontentare facendo arrivare in poche ore dal Togo l’ingrediente che mancava. Il giorno dopo ho telefonato a un mio amico che si occupa di marketing e gli ho chiesto se l’idea di una piattaforma online attraverso cui esaudire il desiderio di mia madre poteva funzionare», ha detto la modella bolognese di adozione Ilham Midjiyawa. E il 16 febbraio scorso a Lomé (capitale del Togo) è stato presentato il progetto “Smartcarry” dalla fotomodella bolognese di adozione insieme alla Ryux consultants, un agenzia di comunicazione del posto.

L’idea di Ilham potrebbe non solo essere utile per spostare pacchi nel mondo ormai globalizzato, ma potrebbe essere anche essere un nuovo modo per gli studenti fuori sede a Bologna per farsi recapitare il cosiddetto “pacco da giù”. In poche ore quel pacco contenente sughi, affettati, scamorze, cioccolate che i genitori vogliono inviare ai propri figli universitari arriverebbe in poche ore a destinazione.  Ma non solo, quell’oggetto dimenticato a casa di conoscenti chissà dove o quell’ingrediente che manca per cucinare un piatto dai profumi di altri Paesi e culture potrebbero arrivare in 24 ore direttamente a casa.

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