Open Shuhada Street, sit-in in piazza Nettuno a Bologna contro l’occupazione israeliana a Hebron

Aprite Shuhada street: è il grido che arriverà domani anche a Bologna della campagna internazionale Open Shuhada Street, organizzata in Italia da AssoPace Palestina che chiede che sia riaperta la principale arteria della città vecchia di Hebron in Cisgiordania divenuta off limits per i palestinesi fin dal 1994, anno del massacro nella moschea di Abramo compiuto dal colono israeliano Baruch Goldstein che il 25 febbraio uccise 29 palestinesi. Oggi a Shuhada Street i negozi e il mercato sono chiusi, i palestinesi costretti ad abbandonare le case. Blocchi stradali e checkpoint impediscono l’ingresso e il transito ai palestinesi, mentre i coloni continuano a occupare case protetti dall’esercito israeliano. 

Il primo appuntamento della campagna Open Shuhada Street a Bologna sarà un sit-in domani alle 16,00 in piazza Nettuno. Da Hebron arriverà Jannat Salayma, un’esponente di YAS – Youth Against Settlements (Gioventù contro le colonie), organizzazione non partitica e non religiosa, che da anni resiste con la sola presenza alla colonizzazione della città palestinese di Hebron, pagando ogni giorno con la repressione, gli arresti e le provocazioni dei coloni israeliani. Jannat Salayma parteciperà a due incontri pubblici, lunedì 25 febbraio alle 18,00 alla Libreria delle Donne in via San Felice 16/a e martedì 26 alle 19,00 al Vag61 di via Paolo Fabbri,110. 

Come il resto della Cisgiordania, Hebron è sotto occupazione militare israeliana dal 1967 ed è l’unica città dove gli insediamenti israeliani – illegali secondo il diritto internazionale e le più recenti risoluzioni dell’Onu – si trovano nel cuore del centro storico palestinese, trasformando Hebron da città fiorente e vitale a una “Ghost Town”, una città fantasma dove è altissimo il numero delle aggressioni e delle violenze ai danni dei palestinesi. 

Dal 2010 la campagna Open Shuhada Street cerca di ottenere il rispetto del diritto internazionale a Hebron e in tutta la Palestina, la fine del sistema di restrizioni e della chiusura della città di Hebron e di Shuhada Street, la fine dell’occupazione militare israeliana in Palestina e la sensibilizzazione e l’informazione sulle violazioni dei diritti umani ai danni del popolo palestinese. 

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