«Aiutiamo i ragazzi a capire cosa accade sui migranti», l’appello dei docenti del liceo Copernico 

Alcune ore di lezione, nella prima settimana di febbraio, saranno dedicate a informare gli studenti su cosa sta succedendo nel mar Mediterraneo in questi giorni e sulla situazione dei migranti che arrivano in Italia per fornire loro gli strumenti per leggere in modo autonomo i fatti ai quali ogni giorno assistono. È la decisione, ma anche un appello rivolto ad altre scuole, presa oggi dai docenti del liceo scientifico Copernico di Bologna. 

I fatti di attualità, i morti in mare, le navi che il governo non vuole far attraccare, i migranti strumentalizzati chiamano in causa il ruolo dei professori non solo come insegnanti ma anche come educatori. 

«Tenere per giorni e giorni al largo delle nostre coste donne, uomini e bambini migranti non solo viola le regole internazionali ma sfida anche il senso di umanità e la coscienza civile della comunità nazionale. Ogni giorno la comunicazione mediatica ci bombarda di proclami che forzano i principi della nostra Costituzione, come quello inderogabile alla solidarietà sancito dall’art.2», scrivono i docenti in un comunicato. 

I 63 professori che hanno firmato l’appello spiegano che la sfida continua alla magistratura da parte del potere politico confligge con quello che nelle scuole viene insegnato riguardo alla divisione dei poteri come base dello Stato di diritto. 

E inoltre, «la contrapposizione frontale fra gli italiani di sangue e le altre persone presenti sul territorio nazionale, la gran parte a pieno titolo, contrasta con l’impegno quotidiano di costruire una scuola plurale e inclusiva e spesso confligge con la stessa realtà delle nostre classi.  

La considerazione che il Mediterraneo sia tornato a essere una barriera fra civiltà e sia diventato il grande cimitero di chi è senza speranza costringe a ripensare i temi e i motivi della nostra stessa storia.   

Siamo convinti che in questo contesto non sia possibile per noi docenti far finta di niente e continuare a ignorare nella nostra attività didattica i fatti che si muovono intorno a noi, perché una scuola che non riesce a facilitare la comprensione e la rielaborazione di quello che accade al di fuori non svolge la propria funzione», si legge nel comunicato-appello.

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