Assistenza Coronavirus, a Bologna «discriminata perché non ho il medico di base» 

«Ho deciso di non scendere in Puglia per una mia responsabilità personale ma, a questo punto, forse sarebbe stato meglio “scappare” da Bologna e tornare dove ho la residenza per avere assistenza». 

Chi vive a Bologna, ma non ha registrato un proprio medico di famiglia non rientra nelle priorità dell’assistenza sanitaria per Coronavirus e viene anche aggredito verbalmente. Almeno è quello che è successo a Sara (nome di fantasia per tutelare la privacy), una ragazza pugliese domiciliata a Bologna per lavoro da 3 anni ma che, a oggi, non ha avuto l’urgenza di avere residenza e medico di famiglia. Sara vive da sola in zona Murri e, preoccupata dal Coronavirus per una febbre costante per oltre un mese, ha telefonato al Dipartimento di protezione civile che le ha detto che non ha diritto al tampone per il Covid-19 perché i suoi sintomi non sono gravi. Allora Sara ha chiamato la Guardia medica che a sua volta le ha detto che il suo caso non era di sua competenza e le ha detto di chiamare il 118 il quale, però, non aveva risposte esaurienti.

Ieri sera la ragazza pugliese ha voluto ricontattare la Guardia medica del suo Quartiere perché le è tornata nuovamente la febbre. Ma questa nuova telefonata è stata ancora più deludente. Non solo non ha avuto risposte ma è stata aggredita verbalmente per il fatto che non ha un medico a Bologna, città in cui vive. «”Lei deve avere un medico di famiglia!”, mi ha urlato il medico. Io gli ho dato del cafone per i suoi modi e toni e lui ha detto: “Non ho tempo da perdere adesso e ha chiuso il telefono”», racconta Sara alla Gazzetta di Bologna. La ragazza pugliese ci dice che ha deciso di non scendere in Puglia quando c’è stato l’esodo di persone che, per paura di contagiarsi al Nord, sono tornate nei paesi dove hanno la residenza. «A questo punto, con il senno di poi, forse sarebbe stato meglio “scappare”», ci dice Sara.  

La nostra redazione ha contatto l’Azienda sanitaria Usl di Bologna per capire come mai chi non ha la residenza, e quindi un medico di base, subisce questo trattamento. «Il medico di famiglia è la porta simbolica per l’assistenza sanitaria Covid-19 e il consiglio è quello di farlo subito anche online. Anche chi non ha la residenza può avere un medico di famiglia», dicono dall’Azienda Usl. Molto probabilmente Sara adesso si registrerà a un medico di base, ma resterà ancora di stucco per l’aggressione verbale subita da un medico al telefono e per non essere stata presa sul serio solo perché non ha la residenza. 

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