A Bologna il primo intervento di protesi al ginocchio con un robot 

L’intervento è stato eseguito nell’ospedale privato accreditato Villa Regina di via Castiglione con una nuova tecnologia che consente un recupero più veloce e la riduzione degli interventi chirurgici di revisione. 

È stato eseguito la settimana scorsa nell’ospedale privato accreditato Villa Regina di via Castiglione a Bologna per la prima volta un intervento di artroprotesi totale di ginocchio con tecnologia robotica assistita Mako di ultima generazione. Il paziente, un uomo di 56 anni, è in ottime condizioni e ha già mosso i primi passi in autonomia. L’intervento è stato realizzato dal team di chirurgia ortopedica robotica di Villa Regina, sotto la direzione del dottor Piergiuseppe Perazzini, chirurgo ortopedico che dieci anni fa ha introdotto per primo in Italia la chirurgia ortopedica robotica per protesi e responsabile della Clinica San Francesco di Verona. 

La struttura ospedaliera dove si è eseguita l’operazione, Villa Regina, insieme al Nigrisoli, costituisce gli Ospedali Privati Riuniti, società del Gruppo Garofalo Health Care S.p.A., al momento è anche l’unica clinica privata accreditata di Bologna in grado di effettuare interventi di protesi di ginocchio, totale e parziale e di anca con l’utilizzo del robo «L’esecuzione di questo tipo di intervento innovativo porta notevoli benefici al paziente e garantisce la massima qualità della prestazione», ha dichiarato Giuseppe Valastro, consigliere Delegato di Ospedali Privati Riuniti.  

Rispetto alla chirurgia tradizionale, la chirurgia robotica consente una maggiore precisione e stabilità nel posizionamento dell’impianto protesico grazie ad un sistema che è in grado di replicare perfettamente ciò che è stato pianificato dal chirurgo sulla base di una tac pre-operatoria. «La simulazione su modello virtuale consente al chirurgo di avere un quadro preciso dell’anatomia del paziente e delle possibili difficoltà che potrebbe incontrare prima del suo ingresso in sala operatoria – ha spiegato Perazzini. 

La precisione del gesto chirurgico connessa all’impiego del robot garantisce una mini invasività dell’intervento e un maggiore rispetto e conservazione di tessuti, legamenti e osso, consentendo al paziente di iniziare da subito la riabilitazione per un recupero più veloce. Con il nuovo sistema – ha concluso Perazzini – si ridurranno notevolmente gli interventi chirurgici di revisione, che si verificano tra il 20%-30% dei casi a seguito di interventi di chirurgia protesica tradizionale».  

Negli ultimi 15 anni in Italia il numero di impianti protesici di ginocchio è aumentato del 226% e quelli dell’anca del 141%, soprattutto tra i pazienti più giovani. Questi dati portano il nostro Paese ai primi posti in Europa per numero di protesi impiantate nelle articolazioni, ma anche per il livello di affidabilità. bili. 

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