Mobilità a zero emissioni, Bologna al secondo posto in Italia nel rapporto di Legambiente

Sempre più persone decidono di lasciare a casa l’auto e spostarsi in maniera sostenibile preferendo bici, trasporto pubblico o semplicemente i propri piedi. A dimostrarlo è il rapporto “Le città elettriche”, il primo sulle mobilità a emissioni zero in Italia, pubblicato questa mattina da Legambiente in collaborazione con MotusE (associazione per la mobilità elettrica). E in questo quadro Bologna si posiziona al secondo posto, dopo Milano, fra i 104 capoluoghi italiani presi in esame.

Gli indicatori analizzati dallo studio sono diversi: dalla disponibilità di mezzi elettrici, all’inquinamento, al tasso di motorizzazione, alla presenza di piste ciclabili, al modal share, fornendo quindi una prima mappatura sull’offerta di mobilità a zero emissioni su tutto il territorio nazionale. Per scoprire il tasso di mobilità cittadina già oggi a emissioni zero alla mobilità ciclo-pedonale è stata sommata la quota di spostamenti in elettrico per ogni modalità.

Le grandi città italiane, seppur con percentuali molto diverse, riescono in ogni caso a combinare sistemi per consentire spostamenti non inquinanti ai propri cittadini. Lo studio di Legambiente riesce così a stimare e definire l’accessibilità, da parte dei cittadini a questi servizi, come la quota degli spostamenti con il mezzo pubblico o con servizi di “sharing mobility”.  A Bologna l’accessibilità raggiunge il 40 per cento e gli spostamenti a zero emissioni (elettrici, bici, a piedi) rappresentano il 39 per cento. Con un giudizio finale sulle politiche adottate di 4 punti su 5.

Le percentuali di spostamenti delle diverse modalità vedono al primo posto le auto con il 39 per cento, seguite dal servizio di trasporto pubblico locale con il 31 per cento, il 9 per cento bici e il 5 per cento moto. Il 16 per cento, invece, è rappresentato dalle persone che preferiscono muoversi a piedi. Nello specifico, ciò che emerge dal rapporto, è che i cittadini bolognesi sono fra i più restii ad usare la propria auto per gli spostamenti e sempre più preferiscono adottare soluzioni di mobilità a zero emissioni. La vera differenza la fa ovviamente ancora il mezzo pubblico, anche perché la mobilità a zero emissioni privata è ancora abbastanza inaccessibile considerando i pochi modelli proposti di auto/ moto elettriche e i prezzi poco competitivi. Sicuramente a farla da padrona in Italia è ancora una mobilità inquinata, congestionata, poco sostenibile, ma c’è una rivoluzione ormai in atto e con una crescita esponenziale, capace di ridurre lo smog e affrontare la sfida imposta dai cambiamenti climatici.

«Il nostro dossier evidenzia come le città dell’Emilia-Romagna, tra cui Bologna, stiano lentamente imboccando la strada di una mobilità pubblica e sostenibile. Un percorso che procede però a rilento rispetto alla cronica emergenza smog presente in regione, che imporrebbe azioni radicali e urgenti. Per quanto riguarda il capoluogo, le politiche impostate nel nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della Città metropolitana di Bologna (PUMS) non possono che vederci favorevoli. In primis la cantierizzazione della prima linea di tram e la messa in opera di tutte e tre le linee previste entro il 2030. Contestualmente a questa opera utile per la riduzione del tasso di motorizzazione e la decarbonizzazione dei trasporti, crediamo però fondamentale completare entro il 2020 il Servizio Ferroviario Metropolitano con un cadenzamento dei treni a 15 minuti su tutte le linee. È possibile sostenere questa richiesta, unita alla proposta di un abbonamento a prezzo unico metropolitano per favorire l’accesso al mezzo pubblico,attraverso la petizione “MobilityAmoCi” che invitiamo tutti i cittadini a sottoscrivere sul nostro sito www.legambiente.emiliaromagna.it», ha dichiarato il direttore di Legambiente Emilia-Romagna Giulio Kerschbaumer.

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