Il biologico è ancora per pochi, «sì al miglioramento genetico»

«L’attuale agricoltura biologica è solo in grado di produrre cibo per quei pochi che l’apprezzano e sono in grado di pagare di più per i prodotti biologici». Lo ha dichiarato il dirigente della divisione Ricerca della Società Produttori Sementi S.p.a., Enzo De Ambrogio, ieri in un incontro sul futuro dell’agricoltura biologica organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura nel Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna.

Nonostante i consumi siano in aumento, ci sarebbe una scarsa varietà produttiva e disinformazione sui benefici per ambiente e nutrizione. E non sono ancora per le tasche di tutti. Secondo De Ambrogio, in Italia il consumo di prodotti agroalimentari è diminuito, mentre quello dei prodotti biologici è aumentato del 20%. «L’agricoltura biologica potrebbe offrire cibo per molte più persone senza rinunciare alla sostenibilità se abbandonasse i pregiudizi e si aprisse all’innovazione», ha detto il dirigente.

La mancanza di varietà selezionate per l’agricoltura biologica è uno degli ostacoli che ne frenano lo sviluppo. De Ambrogio è in accordo con le tecniche usate per il miglioramento genetico anche per l’agricoltura biologica perché che non farebbero altro che imitare eventi che si manifestano spontaneamente in natura (mutazioni, ibridazioni, poliploidizzazione) e quindi in linea con l’ecologia, uno dei principi del biologico.

«Un nuovo tipo di agricoltura biologica è necessario per produrre di più a prezzi più contenuti e quindi per offrire prodotti biologici a molte più persone. Per raggiungere questo obiettivo occorrono più ricerca, innovazione, corretta informazione e formazione di tutti gli attori della filiera del biologico. Occorre invece molta meno ideologia, soprattutto se fondata su basi malferme come pregiudizi e disinformazione», ha concluso De Ambrogio.

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