Università di Bologna, nasce una scuola per formare i dipendenti Lamborghini

I corsi di questa nuova scuola di alta formazione, organizzati dall’Alma Mater di Bologna, avranno l’obiettivo di accrescere e potenziare le competenze dei dipendenti dell’azienda automobilistica, rispondendo alla richiesta sempre crescente di formazione continua in vari ambiti.

Una nuova scuola di alta formazione tecnica e specialistica avanzata per i dipendenti della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. A crearla è l’Università di Bologna in collaborazione con la stessa casa automobilistica che ha istituito, a partire da questo anno accademico, dei corsi di studio con l’obiettivo di accelerare il processo di accrescimento di specifiche competenze dei dipendenti della Lamborghini. I corsi hanno l’obiettivo di migliorare e accelerare il processo di crescita professionale dei dipendenti. 

Nell’ambito di questa nuova scuola di formazione verranno approfondite e sviluppate specifiche tematiche e competenze di interesse per l’azienda automobilistica, tra cui ibridizzazione ed elettrificazione del propulsore, digitalizzazione e connettività in ambito di sistemi avanzati di assistenza alla guida, cyber security e tecnologie basate su intelligenza artificiale, machine learning e cloud computing per supportare i processi produttivi. 

Un’iniziativa che rientra in un accordo quadro firmato dall’Alma Mater con Automobili Lamborghini, nel 2018, e che ha già permesso di realizzare numerosi progetti in diversi ambiti, quali ricerca (dottorati), recruiting, e in relazione ad iniziative che vedono coinvolti gli studenti (Motorsport). 

«Questa Scuola di Alta Formazione si inserisce in un progetto avviato circa un anno fa per dare risposta alle numerose richieste di formazione continua raccolte da parte delle aziende, che prevede la possibilità di realizzare corsi singoli definiti in maniera puntuale sulle necessità delle imprese e percorsi formativi strutturati co-progettati con le aziende stesse, in particolare quelle di dimensioni medio-grandi», si legge in una nota dell’Università di Bologna. 

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